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Sale la nebbia

 


“Sale la nebbia sui prati bianchi Come un cipresso nei camposanti Un campanile che non sembra vero Segna il confine fra la terra e il cielo”. Così iniziava Inverno una bellissima canzone di Fabrizio De Andrè scritta nel 1968. La stessa proseguiva “Ma tu che vai ma tu rimani Vedrai la neve se ne andrà domani Rifioriranno le gioie passate Col vento caldo di un'altra estate”. Nella nebbia, si sa, non si vede nulla; in essa è da sconsiderati andare a lume di naso, a tentoni o dove ci pare, ma si deve rimanere tenacemente attaccati ai binari che sappiamo che da qualche parte sicura conducono, cioè ai punti fermi che abbiamo nella vita e che (almeno per alcuni) sono Comandamenti, catechismo, dottrina, Tradizione. Il freddo della neve gela il cuore; e in questo gelo tremendo il nostro cuore rischia di perdere il calore della Fede, la voglia di vivere e l’umanità. Mi pare che i tempi di oggi oltre essere pieni di nebbia e neve siano pure immersi nella più totale oscurità. Ve lo posso giurare: non ho mai visto in tutta la mia vita un periodo così senza speranza come il presente, non ce l’hanno i giovani, non ce l’hanno gli adulti e nemmeno gli anziani. Pessima situazione! In passato a ogni passaggio di epoche c’era pur sempre una speranza (poi talvolta decaduta), oggi no. E’ tutto triste, irragionevole, cinico, freddo, non c’è nessuno a cui dare fiducia… Ma quello che è ancor più brutto è che la maggior parte dei pastori di anime non ci sorreggono, non ci aiutano, non ci consigliano… loro continuano a parlare nelle loro omelie della traduzione del verbo greco, se non addirittura di credere alla Scienza. Ma in passato non è stato così, i preti si mettevano a fianco del popolo, talvolta hanno pure combattuto insieme a loro quando è stato necessario, finendo spesso ammazzati. Allora sembra essere vera una battuta letta su di una strip di tanti anni fa “la speranza è l’ultima a morire”, “peccato non poter assistere ai suoi funerali”. No, il pessimismo non è per i cristiani e quella battuta non è per noi. La speranza infatti è propria dei cristiani perché non si fonda sulla terra, ma nel Cielo: “Un campanile che non sembra vero Segna il confine fra la terra e il cielo”. E’ proprio quel campanile che potrebbe anche vedersi poco, ma è lui che fa da tramite tra la terra e il Cielo. “Vedrai la neve se ne andrà domani Rifioriranno le gioie passate Col vento caldo di un'altra estate”. Che dire? Restiamo fissi sui binari fino a che non torna l’estate e riusciremo a vedere meglio. Ma anche se siamo rimasti soli e in pochi, chiediamo a Gesù, alla Madonna e a tutti i santi di venire in nostro aiuto.

Il Pio

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