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Andremmo subito in Paradiso!



Da mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno seguente (il 2 agosto) di ogni anno, si può lucrare, per una volta sola, l’indulgenza plenaria. L’indulgenza si può beneficiare, o per sè o per un defunto. Con l’indulgenza viene cancellata la pena che rimane in seguito ai peccati commessi e che serve a riparare il disordine causato dal peccato stesso (con la confessione infatti, ci viene rimessa la colpa del peccato, ma non la pena che dobbiamo prima o poi scontare o in terra—con sacrifici, mortificazioni, offerte, malattie…—o in Purgatorio). L’ indulgenza non cancella dunque i peccati. Perché sia efficace infatti, occorre prima di tutto, il perdono della Chiesa. La quale può concedere le indulgenze attingendo ai meriti infiniti di Cristo e a quelli dei santi. In virtù di questa comunione dei santi la Chiesa concede, a chi abbia le giuste disposizioni che vedremo, e compia alcuni atti prescritti, il beneficio dell'indulgenza. Secondo quanto stabilito nel Manuale delle indulgenze della Chiesa cattolica, per ottenere l'indulgenza plenaria un fedele, a patto che sia completamente distaccato dal peccato anche quello veniale (è questo è fondamentale), deve seguire fiduciosamente un certo iter (questo e non altri). Innanzitutto deve confessarsi per ottenere il perdono dei peccati, poi deve fare la comunione eucaristica per unirsi spiritualmente a Cristo. Inoltre, è chiamato a pregare secondo le intenzioni del Papa per rafforzare il suo legame con la Chiesa (solitamente Pater, Ave e Gloria), quindi deve recitare almeno il Padre nostro (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo), oltre al Credo (con cui si rinnova la propria professione di fede). Deve poi obbligatoriamente visitare una chiesa o un oratorio francescano, o in alternativa qualsiasi chiesa parrocchiale o una cattedrale. Il fedele può confessarsi e fare la comunione anche otto giorni prima o otto giorni dopo le date previste. La visita alla chiesa e le preghiere però vanno fatte lo stesso giorno. Il fedele può richiedere l'indulgenza plenaria o per sé o per i defunti (ma non per entrambi). Che dire? Se dunque dovessimo morire subito dopo aver lucrato l’indulgenza andremo subito (!) in Paradiso, non avendo la colpa perché confessati, né la pena perché soggetti all’indulgenza. Pensate un po’... E pensate invece a con quanta noia e disaffezione molti sacerdoti avvisano i fedeli di questa straordinaria occasione (quando poi lo dicono).

Il Pio

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