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Salotti televisivi




I Salotti televisivi non li reggo. Fisicamente, dico, ma anche psicologicamente. Mi interessano molto, ma resisto solo pochi minuti, poi devo passare a un film di Totò e Peppino De Filippo, in bianco e  nero. Tutti urlano rabbiosi, tutti litigano, tutti parlano uno sull’altro, nessuno li divide o li zittisce come si dovrebbe, poi fiumi di presunzione, orgoglio,  spocchia ad altissimi livelli. Talvolta falsità a piene mani e posizioni dittatoriali. Penso anche che spesso vengono chiamati (e suppongo anche pagati) persone che non capiscono nulla, che non sanno nulla, ma che sono bravissimi nella difficile arte del litigare senza se e senza ma e a tenere banco su ogni e qualsiasi argomento, senza saperne nulla, purchè sia contrario a quello che dice l’avversario, anche se questo ha ragione al 100%. (In questi Salotti ho sentito citare, per esempio l’art. 1 della Costituzione così: “L’Italia è una Repubblica …. fondata sull’antifascismo…” e non sul lavoro come in effetti si legge dal 1948). In genere i Salotti sono stracolmi di politici e anche di gente che sarebbe molto meglio se tacesse e stesse a casa, ma hanno a loro vantaggio un titolo che in TV apre ogni porta: il nome o un volto che attira l'attenzione degli spettatori e che fa sempre audience. Ma partecipano anche bravissime persone, e direbbero anche cose interessanti se però potessero parlare fino alla fine del ragionamento, perchè vengono continuamente mangiati vivi da tutti gli altri contemporaneamente, a prescindere da quello che dicono, quando non ci si mette il conduttore stesso con i suoi tempi televisivi o con la voglia sconfinata di superprotagonismo o per dovere di appartenenza politica. Non c’è un solo argomento su cui vanno tutti d’accordo: è una cosa davvero straordinaria, statisticamente sarebbe impossibile: sono sempre in disaccordo su tutto. Sempre. Poi ci sono quelli che per tutta la trasmissione fanno “no” con la testa quando vengono inquadrati (che dopo un po’ fanno anche ridere). Se poi uno dovesse dire “il sole è giallo” nessuno sarebbe d’accordo e lo accuserebbero di fascismo e razzismo (in automatico si capisce, senza aver sentito il discorso). Tanti anni fa in una trasmissione simile c’erano Margherita Hack (astrofisica), Luciano De Crescenzo (scrittore, attore) e un rabbino di cui non ricordo il nome (Ministro del culto di una comunità ebraica). I primi due sono morti, una preghiera per l’anima loro. L’argomento che si trattava era l’aborto. (Cosa c’entrassero con l’argomento l’astrofisica e lo scrittore, lo sa solo la direzione artistica della TV). Apre l’incontro il rabbino e argomenta anche bene. All’improvviso l’astrofisica lo azzanna e gli dice che in Italia è così perché siamo ancora sotto l’influsso del Vaticano. Il Rabbino, pacifico, le rispose: “guardi, io non sono sotto l’influsso del Vaticano”. Ecco. Sono riusciti di recente persino a litigare sulla pace,… Nessuno prende le conclusioni, ognuno resta dell’idea con cui è entrato (e così il pubblico a casa), ma allora a che servono (forse solo agli interessi della TV e del partito a cui molti di loro fanno riferimento). E’ stata presa una strada sbagliata. Ed ora come facciamo a dirlo a quelli lassù che pensano solo a farsi vedere nei Salotti? 
Aiutiamoci non che siamo il popolo vessato. Cerchiamo di far capire che non siamo d'accordo, che non beviamo tutto il veleno che ci somministrano quotidianamente ritenendoci idioti. Pensate anche. Se non vi sarà una svolta e la strada sarà sempre questa, pensate a come saremo tra vent'anni, guardando ora a come eravamo venti anni fa.

Il Pio

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