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Ma io mi domando e dico…


Ma io mi domando e dico… Sempre più spesso mi capita di leggere sui social l’imperativo “Svegliatevi!” riferito alle varie situazioni terribili che viviamo quotidianamente. Ma, scusate, dire “svegliatevi” significa che “noi” ci dobbiamo svegliare, perché chi pronuncia quel verbo ha già capito tutto ed è sveglio da tempo, altrimenti avrebbe detto “svegliamoci!”. In televisione ad esempio si sente spesso dire "le famiglie" oppure "gli italiani", "la gente"... senza mai a un accenno a un  "noi". Questo mi dà fastidio: io non voglio dare retta a gente che si sente superiore, che si sente fuori dal gruppo e dà i giudizi dall'alto,  come fosse l'illuminato tra il popolo; fanno così pure gli intellettuali che guardano il popolo sempre dall’alto in basso, perchè in esso sono tutti ignoranti e indegni di essere considerati minimamente da loro (questo lo fanno pure i governanti, ma per oggi lasciamoli stare). Mi pare che avete capito che sia i tipi svegli che i tipi intellettuali mi danno proprio fastidio e non voglio essere loro amico, per non dovermi poi trovare in una strada sbagliata, col seguire infatti un so-tutto-io, prima o poi, si finisce dentro a un fosso. E poi chi non è umile non può essere giusto. Premesso tutto questo. Proviamo lo stesso a pensare un attimo che i tipi svegli siano tutti in buona fede e vedono lontano, allora nasce la domanda: “va bene, mi sveglio, ma cosa devo fare per rimediare, cosa posso fare? Ditecelo perché noi non lo vediamo”. Se andiamo a protestare in piazza, ci prendono a manganellate e ci annaffiano con gli idranti e non cambia nulla, se ci diamo fuoco davanti al Parlamento urlando "libertà", alla fine verrà considerata solo una piccola notizia di cronaca (forse) che merita solo un po' di spazio per un solo giorno e comunque non cambia nulla. Un tempo bastava uccidere il dittatore (che per prassi era uno solo) e i gerarchi scappavano subito e le cose cambiavano (talvolta in peggio). (Lo dice la storia questo, non è un mio desiderio, non fraintendetemi per favore). Nella democrazia come quella italiana (che in Europa forse è un caso unico) ci troviamo di fronte a una pletora incommensurabile di persone, di enti, di organi, di organismi, di uffici... nessuno sa quanti ce ne sono, ognuno decide per sé, ma non c’è nessuno che decide per tutti e il bene comune non è nemmeno pensato. Non c'è più un tiranno, ma diecimila, con gerarchi che non scappano alla sua morte, ma si alleano ai ribelli pur di rimanere attaccati alla poltrona come le cozze e cambiano idea in un secondo. Allora: “Oh tipi, voi che siete svegli—vorrei gridare—che dobbiamo fare? Se voi lo avete capito fatecelo sapere pure a noi, altrimenti finitela di rompere le tasche con questi messaggi da intellettuali incorruttibili alla Robespierre, da eroi puri e incompresi da tutti, anche perchè altrimenti queste esortazioni sono inutili”. Secondo me quello che invece potremmo fare davvero è ricostruire il Regno di Dio la cui edificazione negli ultimi decenni è stata dimenticata da milioni di persone e creare una società cristiana in un mondo completamente scristianizzato. Iniziando dai nostri piccoli ambienti. Il trucco per realizzare questo è antichissimo, testimoniare Gesù con una vita cambiata dalla fede, come hanno fatto Pietro, Paolo, Giovanni,  Simone,... Probabilmente i problemi politici non li risolveremo, saremo sempre massacrati e soffocati dal potere cattivo che ci sarà sempre e sempre peggiore, tranne se ci convertiamo tutti e ci pentiamo dei peccati. Giona ci è riuscito. 

Il Pio

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