Etichette

Giustizia naturale


Ho sempre pensato che la “giustizia” fosse un concetto naturale, cioè qualcosa che tutti hanno dentro, che tutti capiscono. E’ vero, da sempre ci stanno gli psicopatici, quelli insensibili a qualunque cosa, gli imbecilli, quelli che non si commuoverebbero nemmeno davanti al giudizio universale, i politici che vedono la giustizia solo sotto il ristrettissimo ambito della politica, quelli che “me ne frego degli altri”, quelli che hanno fede in una religione violenta,… ma sono una parte, consistente, ma non sono tutti. Questi ci sono sempre stati e sempre ci saranno (il mondo per via del peccato originale, funziona così e funzionerà così sino alla fine). A parte che per questi, non servirebbe definire cosa sia la giustizia e cosa significhi giusto. Uno che sevizia un ragazzino, fa gridare vendetta, penso, alla maggior parte delle persone e sarà difficile trovare uno, a parte quelli anzidetti, che sostiene che seviziare un bambino è giusto. Questo senso naturale, universale, di Giustizia ce lo ha messo Dio nei nostri cuori, quando ci ha creato. Questo senso si affina principalmente in famiglia. Se facendo il cretino dentro casa rompevo un vetro o un vaso, lo schiaffone giungeva per direttissima, se facendo l’adolescente ribelle e insopportabile, non rispettavo mio padre, il ceffone, sempre per direttissima, arrivava. Cioè di fronte a una azione “cattiva” è giusta una punizione, e poi il rispetto per i genitori, per i professori… Il senso della giustizia innato nel nostro cuore si concretizza dunque in famiglia inizialmente e successivamente anche nella realtà quotidiana. Però. Oggi il senso di Dio non viene più insegnato e così la sua dottrina e il suo catechismo. E senza Dio la giustizia non sa a chi fare riferimento, non sa su chi poggiare la base. Non c’è allora nel nostro cuore la giustizia, ma diverse giustizie acefale da usare a seconda delle circostanze. Oggi poi la famiglia non esiste più e se esistesse è di fatto liquida. E così: se oggi un figlio risponde male ai genitori questi gli comprano uno iPhone, se prende un brutto voto a scuola perchè non ha studiato o una nota perché ha insultato malamente il professore, i genitori ricorrono al TAR per il voto e fanno una piazzata davanti a tutta la scuola, perché l’insegnante si è permesso di mettere la nota al figlio. Anche questo è il risultato di un mondo senza Dio (uno dei milioni di risultati che così si sono raggiunti, forse quello minore). Tutti capite allora dove ci porta questo maledetto pensiero comune. E allora bisogna cambiare strada se non vogliamo finire nel fosso, in bocca alle bestie feroci. Cambiare strada vuol dire uscire coraggiosamente da questa dove ora stiamo e tornare indietro, su quella strada in cui noi non facciamo più affidamento solo sulle nostre forze e su quelle della politica, della tecnica, della moda e della scienza, ma solo e esclusivamente su Dio.

Il Pio

Nessun commento:

Posta un commento

«Ci condannano per il nostro attaccamento alla fede».

  Di seguito vi metto un po’ di brevi stralci dagli scritti di Georges Bernanos (Parigi, 20 febbraio 1888 – Neuilly-sur-Seine, 5 luglio 1948...