Etichette

I “modernisti” e i “bacchettoni”


 Oggi è un continuo susseguirsi di polemiche intorno a Sanremo. Non le dico nemmeno perché non voglio cadere nella trappola. Si parla  anche di situazioni al limite del lecito. Questi del Festival devono inventarsi quanti più eccessi possibili, se vogliono sopravvivere nella giungla delle TV e nella guerra fratricida per ottenere il lvello più alto di audience o di share; studiano mesi interi insieme ad una equipe superspecializzata come meglio mettere in scena coup de théâtre che appaiono lì per lì improvvisati, che devono a ogni costo scandalizzare il più possibile, alzando sempre di più il livello del peggio solo perché se ne possa parlare, nel bene o nel male, per giorni e giorni tra “modernisti liberali” e “bacchettoni oscurantisti”. E così tutti vedono il Festival, come attratti da una forza misteriosa, compresi naturalmente i “modernisti liberali” e i “bacchettoni oscurantisti”, con le loro famiglie, spesso riuniti in tanti, sapendo però che per esperienza di anni, saranno sicuramente e nuovamente scandalizzati, ma tutti in cuor loro, nel più segreto angolo, vogliono vedere proprio quello scandalo. Ricordate la famosa farfalla di Belen? Ancora se ne parla, pensate a come stiamo messi. Appunto: il problema siamo noi, tutto questo avviene per colpa nostra. Essa non è dei cantanti, nemmeno dei direttori artistici o dei Consigli di amministrazione delle varie antenne televisive: loro fanno il loro dovere, loro devono rispondere alla politica amica che deve ricevere un tornaconto elettorale e ai soci che vogliono più soldi: dunque devono far di tutto per far vedere a quanta più gente possibile il programma con qualunque mezzo lecito o illecito. Noi gente semplice discutiamo e ridiscutiamo sull’autobattesimo del cantante e sulla vecchia che si inventa promoter della cannabis. Il popolo discute, lui discute sempre. Discute solamente. Solamente tra sè stesso. Non propone, non si fa avanti, proprio quel popolo che viene drammaticamente scandalizzato, a cui vengono offese spesso le cose più care per scopi meramente di lucro (e talvolta pure politici), accorgendosene è vero, ma ritenendo giusto reagire solamente parlandone la mattina dopo coi colleghi. E in questo ghiotto contesto i giornali e le TV sanno bene che si deve battere il ferro quando è caldo, se vogliono vendere giornali e telegiornali e pubblicano tutti gli scandali con i minimi dettagli, per giorni. E la stessa cosa avviene in politica: a fronte a rimborsi elettorali stratosferici, a fronte di spese folli dei politici, a fronte a ruberie, vitalizi astronomici, a fronte di un Paese allo sfascio totale per colpa loro, invaso da stranieri e dove ormai tutto ormai è ineluttabilmente irrimediabile, che fa il popolo? Litiga ancora dicendo “questo politico è meglio di quell’altro” e “hai torto tu e non io”. E continua a sovvenzionare anxhe solo moralmente una politica maledetta. Esso ancora si scanna vicendevolmente per dimostrare che un leader di un partito sia meglio dell’altro. E chi ne guadagna? Non certo il popolo che sta sempre peggio, ma loro, i salotti televisivi e i giornali che riferiscono minuziosamente ogni minima parola, dimenticando anche che tutti questi leader sono stati al governo della Nazione almeno una volta, ma senza cambiare sostanzialmente nulla (fare tutto per non fare niente). Ripeto la colpa è nostra e forse in fondo in fondo ci piace che tutto vada così, d'altra parte il lavaggio del cervello fatto da decenni qualche effetto lo dà prima o poi. Forse dovremo cambiare qualcosa nel nostro stile di vita, spenderci un po' di più,  tralasciare una vita squisitamente borghese, prima che qualcun altro lo faccia per noi a modo suo. Comunque per finire, il catechismo stabilisce che lo scandalo un grave peccato, perché porta altri a peccare. Facciamoci tutti due conti scandalizzati e scandalizzati,  cioè peccatori. 

Il Pio

Nessun commento:

Posta un commento

«Ci condannano per il nostro attaccamento alla fede».

  Di seguito vi metto un po’ di brevi stralci dagli scritti di Georges Bernanos (Parigi, 20 febbraio 1888 – Neuilly-sur-Seine, 5 luglio 1948...