(Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente Facebook Discorso tenuto all’inizio di novembre 2017 alla Stanford University)
Vi stanno riprogrammando!
«Mi sento tremendamente in colpa. Penso che
noi tutti sapessimo, nel profondo di noi stessi, anche se abbiamo finto di no.
E ci eravamo convinti che probabilmente non ci sarebbero state conseguenze
inattese, non davvero così gravi. Io penso che nei recessi profondi della
nostra mente sospettavamo che qualcosa di brutto sarebbe potuto accadere,
ma penso che il modo in cui noi lo lo immaginavamo, non fosse questo.
Letteralmente siamo arrivati ad un punto,
oggi, dove credo che abbiamo creato strumenti che stanno disintegrando il
tessuto sociale su cui è basata la Società. E io vorrei incoraggiare voi
tutti, quali futuri leader del mondo, a prendere veramente coscienza di quanto
questo sia importante. Se tu nutri la bestia, quella bestia ti distruggerà!
Se invece la respingi, abbiamo la possibilità di controllarla e rimetterla al
suo posto.
Questo è un momento nel quale le persone
hanno bisogno di chiudere nettamente con alcuni di questi strumenti e con le
cose su cui fanno affidamento. Gli stimoli di feedback a breve termine,
basati sulla dopamina, che abbiamo creato, stanno distruggendo il modo in cui
la società funziona: nessuna coscienza civile, nessun senso di
cooperazione, disinformazione, falsità… E non si tratta di un problema
americano, non si tratta delle pubblicità dei russi: questo è un problema
globale. Quindi ci troviamo in una situazione davvero brutta, in questo momento
che sta erodendo il nucleo fondamentale di come le persone si comportano tra di
loro.
Io non ho una soluzione giusta: la mia
soluzione è semplicemente: non usate più questi strumenti! Io non lo
faccio da anni, hanno creato enormi tensioni con i miei amici, enormi tensioni
nelle mie cerchie sociali. Se guardi la mia pagina Facebook, probabilmente avrò
postato meno di dieci volte negli ultimi sette anni! Ed è strano: immagino
che più o meno, inconsciamente, io non volessi essere riprogrammato. E
quindi l’ho semplicemente spento, ma non l’ho affrontato e ora guardiamo quello
che sta accedendo! Questo davvero mi fa arrabbiare! Prendiamo come esempio
quella bufala su Whatsapp, dove in qualche villaggio in India la gente aveva
paura che i suoi figli potessero venire rapiti. Il risultato è che abbiamo
assistito a dei linciaggi! Le persone facevano i “vigilantes“, andavano
in giro pensando di aver trovato il colpevole… Insomma: siamo seri? Ecco,
questo è ciò con cui abbiamo a che fare!
Immaginate di portare tutto questo alle
sue estreme conseguenze, con attori malintenzionati che possono ora manipolare
ampie frange della popolazione per fare qualunque cosa vogliano. È veramente
una bruttissima situazione. E noi nascondiamo il problema, capite? Organizziamo
le nostre vite attorno a questo senso di perfezione percepito, perché siamo
premiati da questi impulsi a breve termine: cuoricini, like, pollici in su… e
confondiamo tutto questo con i valori, e confondiamo tutto questo con la
verità. E invece ciò di cui veramente si tratta è: una falsa e
fragile popolarità. Ed è a breve termine e questo vi lascia ancora di più –
ammettiamolo! – sospesi e vuoti, prima ancora di comprenderlo, perché poi vi
forza in questo circolo vizioso dove pensi: “Qual è la prossima cosa che
devo fare adesso? …perchè ne ho bisogno!” Pensate a tutto ciò con l’aggravante
di 2 miliardi di persone e poi pensate a come la gente reagisce alle
sensibilità degli altri: è veramente una cosa brutta!
Io ho fatto un ottimo lavoro là (ndr:
a Facebook), e penso che quel business faccia molto bene in tutto il mondo.
Il modo in cui ho deciso di spendere il mio tempo è di prendere il capitale con
cui mi hanno premiato e concentrarmi ora sui cambiamenti strutturali che posso
controllare. Io non posso controllare tutto questo. Posso controllare le mie
decisioni (cioè di non usare quella merda), posso controllare le decisioni dei
miei figli, che non hanno il permesso di usare quella merda. E poi posso
concentrarmi su diabete, sull’educazione e sui cambiamenti climatici. È tutto
ciò che posso fare. Tutti gli altri devono guardarsi dentro un po’ di più,
considerando quello che sono disposti a fare, perché i vostri comportamenti… voi
non vi rendete conto che vi stanno riprogrammando. Non era intenzionale, ma
adesso dovete decidere a quanto siete disposti a rinunciare, a quanto della
vostra indipendenza intellettuale. E non pensate: “Oh, no, non io! Io sono
un fottuto genio! Sono alla Stanford!” Probabilmente voi siete quelli che
hanno più possibilità di finirci dentro! Perché proprio voi avete spuntato
caselle per tutta la vostra maledetta vita. Senza offesa, ragazzi!»
(Da http://www.byoblu.com/)
Nessun commento:
Posta un commento