Il Pio
Etichette
La tattica
Si parla delle benedizioni da parte di sacerdoti a coppie dello stesso sesso. Il fatto della benedizione in sè non sarebbe un problema: si benedicono le statuette del Presepe, il pane di San Giuseppe, gli anelli, i rosari,... a maggior ragione perchè non si dovrebbe dare a due cristiani una benedizione? Certo uno potrebbe chiedersi perché gente che normalmente non crede alla Chiesa e ha sempre vomitato peste e corna contro di Essa, voglia ricevere la benedizione proprio da parte della Chiesa. Il fatto però che quelle benedizioni particolari sono concesse a coppie dello stesso sesso in quanto tali che convivono more uxorio, su questo qualcosa si potrebbe dire, se uno leggesse anche in modo cursorio la dottrina, il catechismo e la Bibbia. Nel mondo Occidentale poi, questo è un argomento delicatissimo, più esattamente esplosivo e si deve stare attenti a quello che si fa perchè i danni della deflagrazione non sono mai prevedibili e quantificabili. Ma pure fino a qui nessun problema, si potrebbe dire anche se un po' a bocca storta, si benedicono gli uomini che la richiedono e non il peccato o quello che fanno e che pensano, alla luce del fatto che la coscienza ce l'hanno tutti. Se non si potessero benedire i peccatori staremo messi tutti male. Ma qui resta qualcosa nella testa che non riporta. Ripeto il sacerdote impartisce la benedizione a chi vuole, assumendosene la responsabilità di fronte a Dio e alla Chiesa. Il Pio però non è tranquillo su un'altra faccenda. Il brutto per lui è se è o meno in corso la tattica famosa. La tattica che è sempre quella: non si apre subito una grossa breccia sul muro che ha retto per millenni, perchè scatenerebbe immediatamente scandalo e riprovazione nel popolo, ma un foro per volta, silenziosamente, costantemente, convincendo, accompagnando, sussurrando, dimostrando,... e così il foro viene allargato sempre più, ma un po' alla volta, nel tempo, senza correre. Poi, alla fine la breccia sul muro è ugualmente aperta, ma questa volta senza che nessuno protesti, senza che nessuno se ne sia accorto e da lì, dopo, può entrare di tutto. Per esempio il divorzio, l'aborto e tant'altro non si sono imposti subito e all'improvviso in un'Italia ancora mezza cristiana. Ma prima una frase in una canzone di successo, poi un dialogo in un telefilm con attori famosi, poi la presentazione di fatti di cronaca che colpiscono la commozione, l'emotività della gente, poi monologhi di persone che fanno audience, poi un'intervista casuale sull'argomento a un personaggio importante, poi una notizia sui TG, poi la voce di uno scienziato, poi un film cult sull'argomento e il gioco è fatto: il settanta, l'ottanta percento del popolo in pochi anni sarà del tutto a favore di quello che i potenti da lassù vogliono con quella tattica. Come il gioco delle tre carte, carta vince e carta perde, la mano è più veloce dell'occhio e i soldi passano in un'altra tasca: basta che il soggetto venga distratto e il suo pensiero abilmente confuso. Questa tattica però è stata usata fino ad ora solo dai potenti del mondo laico e laicissimo, peraltro numerose volte durante la Storia. La Chiesa non ha mai usato questa tattica, perchè l'obiettivo primario è la salvezza delle anime e non promuovere un concetto laico che non è proprio della Chiesa. Siccome quello delle benedizioni non è un dogma, potrei anche nutrire qualche dubbio che fosse proprio necessario questo, oggi, per la salvezza delle anime. Ma sicuramente non è in corso nella Chiesa quella tattica.
Speranza laica e speranza cattolica.
Noi siamo soliti dire “la speranza è l’ultima a morire” per dire una cosa confortante, nel senso che quando uno sta messo proprio male, dentro una tremenda situazione senza uscita, c’è sempre la possibilità che avvenga un fatto che può risolvere la situazione. Ma se esaminiamo con occhio da leguleio la frase, si può anche capire che nessuno di noi parteciperà mai ai funerali della speranza. Perché quella è una speranza laica e se volessimo approfondire la faccenda, essa è una speranza che si fonda sul “caso” o peggio sul “fato”. E che soprattutto non cambia e non influenza la nostra vita quotidiana. Essa infatti è cieca, bacia chi capita senza criterio, ne beneficia dunque solo chi è più fortunato. In effetti quella che vediamo noi nel mondo sembra proprio questa. Ma c’è un’altra speranza quella che ci dice la Chiesa Cattolica. «La Speranza é una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale desideriamo ed aspettiamo la vita eterna che Dio ha promesso ai suoi servi, e gli aiuti necessari per ottenerla (articolo 892, Catechismo Maggiore di San Pio X)». Certo che se ci troviamo di notte bloccati sopra i binari in curva e sta arrivando a forte velocità il treno Frecciarossa, possiamo sempre sperare laicamente che il treno vada sull’altro binario che si fermi prima che deragli che il motore si spenga o esploda per un attentato. In questi casi particolari però, più che sperare che la fortuna, il caso o il fato siano a nostro favore, è consigliabile invece invocare con fede l’ausilio della Madonna (la nostra Mamma celeste) o dei santi (San Giuseppe, Pier Giorgio, padre Pio, Santa Rita, San Francesco, San Giuda, S. Espedito, ...) perchè qualche volta i miracoli accadono a vantaggio di chi ha una fede grande come un granello di senape. E qui non si salvano solo i più fortunati, come con la speranza laica, in tal caso invece sopravvivono le persone che secondo l’intelletto di Dio è bene che escano "dai binari” se questo è più conveniente per la salvezza della loro anima, ugualmente è bene che quelle non escano per lo stesso identico motivo. Restiamo allora in materia di fede; la nostra speranza fondamentale e più importante per noi deve essere quella di salvarci l’anima e andare in Paradiso e illuminare con essa tutta la strada della nostra vita; a che serve vivere ricchi e in salute cento anni se poi si va all’inferno? La speranza cattolica può essere corroborata con l’aiuto della Madonna e dei santi, perché, dice il Catechismo, ci verranno inviati “gli aiuti necessari” per ottenere la salvezza finale.
Il Pio
Giovani e giovanilisti
Anni fa stavo alla macchina del caffè con altri colleghi. In genere qui si parla di vari argomenti di altissimo livello ad esempio il calcio, la politica, gli affari propri di colleghi assenti. Quel giorno stavamo collegati con la terza opzione. Il fatto, fonte della discussione: una giovane collega andava a convivere con il fidanzato conosciuto un mese prima. Ovviamente la cosa era per tutti normalissima e i commenti cadevano solo su aspetti marginali, magari un po' piccanti. Anche per un collega sui sessant’anni era tutto a norma. Io, vetero cattolico tradizionalista, pensando che questi fosse “all’antica”, figlio del Catechismo di San Pio X, gli chiesi «ma tu che hai una nipote della stessa sua età, saresti davvero contento se lei andasse a convivere senza essere sposata?». «Certo! Si fa un’esperienza!». Più che il concetto che esprimevano quelle parole e pur nella poca chiarezza di cosa significasse “esperienza”, mi fece male la sua ferma sicurezza, come quella di uno che dice che il sole a mezzogiorno è giallo e che l’erba d’estate è verde. Ma è così. Nel famoso periodo del sessantotto, i giovani smisero di seguire gli anziani (e un motivo buono lo avranno sicuramente avuto) e gli anziani (per prima volta nella storia dell'Universo) iniziarono a seguire i giovani, a fare, a vestirsi, a pensare e a parlare come loro. Così il mondo, all'improvviso, si trovò corredato da giovani giovani e vecchi giovanilisti, tutti ragionavano allo stesso identico modo. Poi sono invecchiati tutti e due. E l'indefinibile miscuglio di umanità, una poltiglia omogenea, è arrivata ai nostri giorni. La nostra è un’epoca in cui manca totalmente l’anziano e mancano giovani che guardano gli anziani, persone che da millenni sono state sempre fonte di ispirazione, educazione, di saggezza per i più piccoli. In quegli anni è saltata un’intera generazione e si è ripartiti praticamente da zero, laddove l'anno zero ora è diventato il 1968 e non resta più nulla dei millenni precedenti. Per tornare all'argomento della macchina del caffè, va considerato che ognuno fa quello che vuole nel bene o nel male. Se rispetta le leggi sarà un buon cittadino. Ma se vuole essere anche un buon cristiano deve rispettare le leggi che ci ha dato la Chiesa e fra queste anche quella che un rapporto tra un uomo e una donna si concepisce solo all'interno di un matrimonio consacrato, sapendo anche che padre Pio e suor Lucia, la veggente di Fatima, dicevano che i peccati peggiori sono quelli della carne. Uno è liberissimo di rimanere un buon cittadino, e non accettare queste regole. Anzi può criticarle apertamente o disprezzarle pubblicamente e non succede niente. Ma si deve capire che la Chiesa consiglia per poter andare in paradiso, non per la storia e non impone nulla, nè irroga sanzioni e soprattutto perdona chi si pente. Ognuno fa quello che vuole. Ma un occhio alla vita dopo la morte, ogni tanto, andrebbe dato.
Il Pio
Nonni e padri.
I nostri nonni ci hanno lasciato Roma, Venezia, Firenze, Napoli, Siracusa… Ma anche i piccoli borghi medievali ancora oggi incantevoli, come Castel Trosino, Grottammare alto, Offida, Ripatransone… in cui, magari, non si trova nessuna bellezza od opera artistica particolare, ma sono comunque affascinanti per i loro straordinari scorci, le strade e i vicoli disegnati come fossero quadri di Caravaggio, la cura del particolare e poi la bellezza delle case tutte diverse e tutte “civettuole”. I nostri padri invece ci hanno lasciato i quartieri Monticelli di Ascoli Piceno, Quarto Oggiaro di Milano, Forcella e Scampia di Napoli, Zen di Palermo, Librino di Catania e compagnia bella. La domanda che ci possiamo allora porre è: “che idea di uomo avevano i nostri nonni e che idea di uomo avevano i nostri padri?” e soprattutto “cosa è cambiato fra quella e questa generazione?”. I primi vedevano (anche forse solo in maniera larvata) l’uomo come figlio di Dio e parte di un popolo in cui tutti hanno la stessa identità, la stessa fede e lo stesso identico Ideale, in cui la presenza di Dio colora i rapporti tra le persone, loro amavano la propria città perché era il paese dei propri padri (patria), era la terra dove camminavano ogni giorno, il campanile che segnava le ore e la chiesa dove si erano sposati i genitori e prima ancora nonni e infine loro; gli altri, i padri, vedono l’uomo come un problema da tamponare senza tanti riguardi e pensieri, senza alcuna preoccupazione al suo destino, come un numero e non più come parte del popolo di cui loro stessi fanno parte e l’ideale non è più Dio, ma il bieco “minima spesa e massimo profitto”, loro poi non amano la loro città da cui vogliono solo ottenere benefici e la colpa della sua tristezza è solo degli altri. I nonni erano cristiani vedevano cristiano e pensavano cristiano, così come lo erano i committenti, gli architetti, i manovali, gli scultori, gli artigiani, gli artisti, i musicisti, i poeti, le famiglie,… e i bambini vedevano un mondo così fatto grazie ai loro avi. Poi alla fine, l’ultima generazione di nonni ha sviato all’improvviso la strada da millenni seguita e ha preso la strada del mondo, conforme al mondo e al volere di gente cattiva, per piacere al mondo e hanno abbandonato Dio per costruire un dio artificiale, di plastica, freddo, a proprio uso e consumo, ma che non c’entra affatto con la vita quotidiana e soprattutto hanno detto di fare così ai loro figli. I nonni quelli che costruivano orgogliosamente le Cattedrali nella propria città la cui edificazione durava anche secoli e senza avere i mezzi di oggi, non ci sono più e purtroppo (forse) non torneranno più. Di ciò possiamo ringraziare l’ultima generazione di nonni. Se vogliamo sperare di riavere un mondo un po’ più umano dobbiamo riacquistare le fede perduta in Nostro Signore Gesù Cristo.
Il Pio
Naturalmente
Il Pio.
Zitto e subisci!
Se c'è un fatto certo, bipartisan si potrebbe dire, è che statisticamente è impossibile che la ragione sia tutta da una parte e il torto tutto dall'altra. Ora è tutto un attacco alla famiglia patriarcale, famiglia che proprio quelli che oggi urlano, hanno sapientemente distrutto negli anni sessanta. Oggi infatti la famiglia non esiste più e il padre è letteralmente inesistente (e il problema di tutto sta qui). Ed è pure un dire che "il maschio è una bestia". Io sono maschio e non ho mai picchiato mia moglie e a casa mia comanda lei (appunto). Non ho nemmeno mai fatto del male a nessuno. E penso che la stragrande maggioranza dei maschi sia così. Questo della lotta alla famiglia patriarcale, per risolvere i problemi della violenza sulle donne, è un deliberato attacco a quel poco che resta della famiglia tradizionale cattolica, per dargli il colpo di grazia e permettere probabilmente l'ingresso di leggi liberticide a favore di categorie iperprotette da una politica cieca. E nessuno di loro si è accorto che le vere famiglie patriarcali non sono quelle cattoliche, ma quelle di un'altra religione, iperprotetta da una politica idiota. Tra l'altro conosco alcuni divorziati che dormono in macchina e mangiano alla Caritas perché le ex mogli li hanno messi legittimamente sul lastrico e in miseria, dai banchi di un tribunale, anche con un po' di cattiveria, anche se oggi già convivono con un altro uomo nella casa di proprietà dell'ex marito. E poi che senso democratico e che aiuto alle povere donne oggetto di violenza avrebbe l'attacco feroce delle femmiste alla sede della associazione pro vita? È sempre l'ottimo sistema politico di creare odio furibondo verso un nemico, nemico, se occorre, anche immaginario; ci stanno riprovando e speriamo che si fermino prima di accendere i più facinorosi, perché dopo, innescato l'odio e la violenza, non si torna più indietro. Ora vogliono fare l'educazione sentimentale. Ma a quale genio della politica verrà mai affidato questo compito? Forse vorranno istituzionalizzare quelle lezioni che da qualche anno nascostamente fanno i/le drag queen? Per dire: il male non sta tutto da una parte e il bene tutto dall'altra. Purtroppo il male sta dentro ognuno di noi, senza distinzioni di sesso e di censo e si chiama peccato originale, ma nessuno lo conosce più. Nel mondo c'è tanta confusione e tanta nebbia, ma se ci ricordiamo un po' di dottrina, di catechismo e un po' di preghiere forse la strada la troviamo. Però non è scritto da nessuna parte che dobbiamo stare sempre zitti e subire.
Il Pio.
Mistero
Ma—dico—gli italiani ordinari sono tutti umanamente devastati come quelli che vanno in politica e nei salotti chic della televisione, passando per i palcoscenici dei cantanti? Sono tutti, ma proprio tutti così fatti? In teoria se quelli anzidetti ci rappresentano, in senso stretto, sarebbe grave. Perché non avremmo più nessuna speranza, davvero nessuna. L’Italia sarebbe ormai morta e sepolta, come una pianta che non dà più frutti agli affamati e nemmeno ombra ai viandanti: dunque, mettiamoci il cuore in pace e aspettiamo pazienti la catastrofe finale. Ma mi pare che qualcuno normale ci sia ancora in Italia e il loro numero non mi sembra irrisorio e ci sono dei bravissimi normali e tanta gente di buona fede. Il mistero allora è come mai in quei luoghi (politica, salotti, palcoscenici…) ci vadano solo i devastati umanamente e gli staccati dalla realtà quotidiana? Mistero che da decenni nessuno riesce a spiegare. Forse gli umani non riescono a superare le barriere e gli sgambetti che gli mettono i disumani. Forse perché gli umani vengono “fatti fuori” dai disumani prima che si possano muovere bene e fare qualcosa di buono. Forse perché gli umani non ce la fanno a collaborare per anni con i numerosi disumani e a proporre buone cose. Forse perché nella jungla cittadina vale la legge del più forte e, dunque, di norma gli umani non sono più forti dei disumani. In definitiva, gli umani in Italia non riusciranno mai a raggiungere dei posti importanti se non in numero esiguo e ininfluente (purtroppo non è una calunnia, è la cronaca). Ma a noi normali che ci importa? Non diventeremo mai imperatori, non saremo mai membri dello star system, non saremo mai i potenti della terra, non saremo mai gli intellettuali radical chic, non scriveremo mai libri best seller, non avremo milioni di follwers e mai sfonderemo nel mondo della musica. Eccetera. Che ce ne importa? A noi Gesù ci chiede di avere fede in Lui e di costruire opere buone nella realtà in cui ci ha messo a vivere e a renderla più umana. Non sfonderemo mai in nessuna parte, ma forse riusciremo a essere contenti e a far stare contenti i nostri vicini e magari anche a prenotarci un posticino in ultima fila in Paradiso, magari proprio vicino a quelli che abbiamo aiutato ad arrivarci.
Il Pio
Iscriviti a:
Post (Atom)
Io spero di no
Io spero di no. Ma temo che prima o poi lo scontro con l’Islam lo dovremo subire. Nel 2050 probabilmente i musulmani saranno la maggioranza ...

-
Come molti sanno Pier Giorgio è divenuto beato il 20 maggio 1990, perché gli è stato attribuito un miracolo. (Un fatto non viene dichiara...
-
Carità. Ma che cos’è la carità? «Beh—ti dicono—non è solo fare l’elemosina, anche l’elemosina, essa soprattutto è l’Amore, l’Amore al pr...
-
Io spero di no. Ma temo che prima o poi lo scontro con l’Islam lo dovremo subire. Nel 2050 probabilmente i musulmani saranno la maggioranza ...