§ 8. - Della settima petizione.
317 D. Che cosa chiediamo nella settima domanda: ma liberaci dal male?
R. Nella settima domanda, ma liberaci dal male, chiediamo a Dio, che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dall'eterna dannazione, che ne è la pena.
318 D. Perché diciamo: liberaci dal male e non dai mali?
R. Diciamo: liberaci dal male e non dai mali, perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli, che non sono espedienti all'anima nostra, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male.
319 D. Non è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, per esempio da una malattia?
R. Si, è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, ma sempre rimettendoci alla volontà di Dio, il quale può anche ordinare quella tribolazione a vantaggio dell'anima nostra.
320 D. A che cosa ci giovano le tribolazioni che Dio ci manda?
R. Le tribolazioni ci giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per esercitare le virtù, e sopratutto per imitare Gesù Cristo nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nei patimenti, se vogliamo aver parte nella sua gloria.
(Catechismo Maggiore di San Pio X)
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