Molto spesso non sono le strutture o le leggi che possono migliorare il mondo, la realtà. Certo occorrono anche queste, anzi ci devono stare. Ma chi fa valore aggiunto, chi fa la differenza è senza dubbio l’uomo. Dove c’è un galantuomo le cose funzionano quasi sempre. Dove c’è un farabutto le cose non funzionano quasi mai. Il fulcro di tutto qui è sempre l'uomo, nel bene o nel male. Per cui: dividiamoci i compiti. Lo Stato pensi a fare strutture e leggi buone ed efficaci, provveda a migliorare le cose senza pensare alle beghe di partito o al tornaconto elettorale (o peggio). I cristiani facciano quello che hanno sempre fatto, educare alla fede in Gesù. Educare in famiglia, nel lavoro, nello sport, in parrocchia… Il dramma moderno è che nessuno si prende più la responsabilità di educare, sulla base del moralismo imperante secondo cui oggi non si può proporre nulla, secondo cui uno si educa da solo e deve essere libero di fare le proprie scelte. Ma questa è una buffonata. Uno le scelte le può fare se ha chiaro cosa sia la realtà e come è stata fatta. E la realtà l'ha fatta Nostro Signore. Se poi non educhiamo noi cristiani, educano necessariamente gli altri e i fini degli altri non sono sempre buoni. Un giovane non sempre ha chiaro come deve vivere nella realtà, per questo ci devono stare per lui buoni genitori e buoni maestri. Nessun cristiano dunque, può esimersi dalla responsabilità di educare almeno con la propria vita e con la propria testimonianza. Poi ognuno fa quello che vuole, certamente, ma con consapevolezza, sulla base di una scelta ponderata e non sulla base di un sentimento non giudicato.
Il Pio