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Ai tre lettori.

 


Ho un dubbio e vorrei che i miei tre lettori (forse anche meno) me lo dissipino. Se dico a Dio "non abbandonarmi alla tentazione" significa che può accadere, c'è la possibilità pur remota, che Dio mi abbandoni davvero nel mezzo ad una tremenda tentazione e dunque me la devo cavare da solo, abbandonato da Dio e dagli uomini. E come faccio? Non tutte le preghiere infatti, vengono esaudite, perché Dio fa quello che ritiene meglio secondo la sua logica, lontana miliardi di anni luce dalla nostra. Cioè, in quel modo, noi poniamo un'alternativa tra due ipotesi e chiediamo per favore che avvenga una. Ma può avvenire anche l'altra, allora. Se invece Gli dico "non indurmi in tentazione" io sto chiedendo di non farmi cadere, di evitarmi la tentazione, di non mettermela indosso, perché io non cada in essa e in essa mi perda, sapendo però, e questo è fondamentale, che Dio non tenta nessuno (questo è il mestiere, il core business, del porco del demonio) ma talvolta Egli permette la tentazione perché uno possa scuotersi, rafforzare la fede, vincerla, per provare con quanto amore ama Dio. È per Lui un "rischio educativo" questo, ma solo così forgia gli uomini. Nella Bibbia c'è un libro in cui Dio permette a Satana di tentare un uomo buonissimo e santo, il libro di Giobbe. E Giobbe, dopo aver ricevuto in pochi secondi, tutte le disgrazie dell'universo, non cede e rimane fedelissimo a Dio. Dio non abbandona nessuno né nel bene, nè nel male. Forse nel primo caso, sbagliamo noi a porre la domanda. Ma non preoccupiamoci: Dio lo sa quello che  deve fare e continuerà a farlo, senza badare alle nostre sottigliezze linguistiche. (A queste dovremmo però badarci noi, perché non abbiamo la stessa intelligenza di Dio). Ecco. Questo è il dubbio che vorrei mi venisse chiarito. 

Il Pio

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