Se uno pensasse al fatto che moltissimi santi hanno portato a Gesù migliaia di persone ciascuna. San Francesco Saverio. Padre Pio. Pietro e Paolo… E fino a pochi decenni fa persone spesso semplicissime, hanno fatto convertire a Gesù tantissima gente, anche con una parola, con un gesto… Perché tutto questo—a parte qualche straordinaria eccezione—oggi non avviene più? La maggior parte di noi ritiene non dovuto convertire le persone. Peggio lo vede come un disvalore. Infatti la morale "moderna" deve essere rispettosa, necessariamente multicolore, zuccherosa, “mano nella mano”,... ma così non cambia la vita a nessuno e soprattutto non cambia il mondo che dovrebbe essere, come minimo, il nostro orizzonte. Convertire poi, alla fin fine, significherebbe solo portare, con la parola, con l’esempio, con l’umanità, una persona a non porre più se stessa al centro della propria vita e misura di tutte le cose, ma a mettere Gesù Cristo al centro di se stessi e misura di tute le cose. Oggi però molti non hanno la minima intenzione né di pensare alla propria conversione, tanto meno a quella degli altri, perchè conversione puzza di vecchio e di limiti alla libertà per molti e anche per il principio che si deve rispettare ogni altra idea e religione e sarebbe un arbitrio imporre le nostre (i cristiani però, dall’anno trentatré d.C. fino a gran parte del XX secolo, non hanno mai ragionato così). Nessuno gli ha mai detto che il cristiano naturalmente deve portare a Gesù quanta più gente possibile. Sarebbe invece opportuno (e fonte di salvezza) porsi la domanda «quanta gente io ho conquistato a Gesù?». Io personalmente non sono un leone: sono timido, impacciato, lento a capire,... ma da quando ho conosciuto la vita di Pier Giorgio, quella domanda, me la pongo ogni giorno e cerco, quando posso, quando la testa non mi fa pensare solo a me, con tutti i miei limiti, di mettere una parola buona o evitare le parole cattive. Pier Giorgio Frassati aveva capito tutto. Lui era più che certo che la Fede Cattolica è l’unica Verità al mondo e se questa è la Verità, deve essere comunicata a tutti “senza rispetto umano”, senza seguire le morali zuccherose. Per questo quando andava a trovare i “suoi” poveri, oltre a portare loro i beni di prima necessità o aiutarli in ogni altro modo, faceva di tutto per convincerli a andare a messa, a mettere le loro pene nelle mani di Dio e affidarsi a Gesù. Così infatti disse alla “famosa” Tabaccaia di Corso Vercelli quando si propose di andare lei al posto suo, a portare i pacchi ai poveri, ricevendo però come risposta che a lui interessava soprattutto poter dire loro quelle cose buone. Dobbiamo ripartire da Pier Giorgio, dalla sua fede chiara e limpida, forte e stabile, semplice, se vogliamo che il cattolicesimo rifiorisca in Italia e nel mondo. Tantissime persone infatti sono state attratte dalla fede che lui metteva su tutte le cose della vita. Possiamo sicuramente imitarlo, anche coi limiti che abbiamo: dobbiamo sempre chiederci «come posso, oggi, collaborare con Dio per costruire il Suo Regno?». Stiamo vivendo una crisi religiosa spaventosa, profondissima, scriteriata: il rischio (serio) è che l’Italia cessi di essere una terra cristiana; e per di più, al contempo, di lontano all’orizzonte, si intravedono nuvole nere cariche di tempesta. Tra qualche anno probabilmente anche in Italia avverrà lo scontro con l’Islam e visto come stiamo messi, se non accade un miracolo (che però si può sempre chiedere a Chi di solito li manda) l’Italia diverrà islamica. In altri Stati già si parla di genocidio di cristiani (nel silenzio irresponsabile dei mass media occidentali). Dobbiamo allora sapere bene da che parte stare, chi siamo e di chi siamo e trarre le conseguenze. Se Pier Giorgio fosse ancora tra noi, sicuramente non smetterebbe di fare la vita da santo che ha sempre fatto e continuerebbe a convertire le persone a Gesù anche a costo della vita.
Il Pio
Nessun commento:
Posta un commento