Il mio amico R. quando parla è sempre molto concitato e gesticola; lui è un uomo appassionato e certi temi lo trascinano. «Avete notato–disse una volta—che per il caso della giovane fatta a pezzi a Macerata, tutti si sono guardati bene dal parlare di femminicidio? Certo: c’era di mezzo un migrante». E aggiungo: in un periodo elettorale. R. tante volte esagera e forse anche quella volta lo ha fatto. In effetti però, nessuno ha pronunciato quella parola. Ma il punto non è che quello ha la faccia di colore bianco e l’altro no, ma il fatto è che la politica è una porcata. Se parli male dei migranti in un periodo elettorale infuocato come questo, rischi il posto. C’è una differenza tra l’uomo politico e l’uomo normale: l’uomo normale vive tutti i giorni nel mondo reale, l’uomo politico invece, vive in un mondo tutto suo, lontano anni luce da quello dove viviamo tutti. Questi non hanno i problemi che abbiamo tutti noi. Qualunque cosa dica l’uomo politico è solo per un ritorno elettorale, mai per il bene del popolo. Il popolo serve solo perché vota e dunque deve votare per lui. I politici vivono in un mondo tutto loro—dicevo—e questo li fa essere convinti che quello è il mondo vero; siccome in questo mondo il popolo non c’è, se non solo per un mese prima delle elezioni, gli significa che quello esiste e serve se non per quel solo mese. L’unica cosa però che ci accomuna è che moriremo tutti e tutti finiremo davanti al Tribunale di Dio, senza favoritismi e privilegi. Altre differenze non ci sono. Il famoso giovane di Tolentino ha sparato per le vie di Macerata la mattina del sabato. Nelle primissime ore del pomeriggio dello stesso giorno, i politici già si stavano scannando, dandosi la colpa l’un l’altro del fatto criminoso, senza minimamente pensare a come risolvere il problema e senza la minima vergogna. E hanno continuato a farlo pure i giorni dopo. Per loro il problema vero è solo dare la colpa all’avversario, prima dell'avversario e non tenerla su di sé e viceversa, e si può andare avanti per mesi fino a che il polverone non scende, poi si può dimenticare tutto. Il resto non conta. Per ribadire che la politica è una porcata e i politici sono inetti, confermando tutto quello che ho scritto sopra, pensiamo al tema dell’immigrazione, ma non quella recente che sappiamo tutti fino alla noia. Andiamo invece un po’più indietro. Negli anni ’90 del secolo scorso sono entrati in Italia, in massa, gli albanesi. Ne arrivarono a migliaia, nessuno li fermò, e “qualche” problema di convivenza con gli italiani, lo crearono (c’erano zone di certe città in cui non si poteva andare e in cui la criminalità italiana, non certo composta da benefattori, fu scalzata da questi). Poi entrarono sempre a migliaia quelli della Romania e in particolare quelli di etnia Rom. Anche allora si crearono problemi di convivenza (famosa è stata l’intervista fatta a un capo di questi sul motivo per cui erano entrati in Italia, rispose: «se in Romania rubo qualcosa prendo tre anni e li faccio tutti, qui invece…»). Poi toccò—siamo agli anni nostri—a una migrazione di intere popolazioni africane che ancora continua: mischiati tra tantissimi galantuomini e brava gente, sono entrate persone fatte uscire dalla carceri: criminali, terroristi, prepotenti, fannulloni, spacciatori... E anche in questo caso i problemi di convivenza sono stati tanti. E quando affondava una barca stracarica di povera gente, i politici di una certa parte e il loro braccio, i giornalisti, ci facevano sentire in colpa per quel fatto tragico. Per coprire la loro inettitudine ci dicevano che siamo razzisti. C’è in effetti una parte di italiani razzista (come in tutte le parti del mondo), ma gli italiani non sono razzisti. Gli italiani sono invece abbandonati a se stessi in mezzo a tutti quei problemi di convivenza e sono ora un po’ a corto di fiato (per rendere l’immagine). Una cosa però è sicuramente vera: questo fenomeno non è mai avvenuto in nessuna parte dell’Europa e forse del mondo. E questo significherà qualcosa? In che mani stiamo? E in tutti questi anni sono passati Governi di tutti i colori. Cioè: perfezione nel loro mondo irreale, ma inettitudine nel mondo reale. A proposito. Una cosa che piace tanto ai politici è quello di snocciolare percentuali (spesso incontrollabili). E così quando avviene un crimine perpetrato da un migrante, loro sfoderano le percentuali che dimostrano che sono gli italiani a commettere più crimini dei migranti. Sulle percentuali nulla da dire, saranno sicuramente vere. Quello che ci preoccupa non è chi è tra tutti, il più cattivo, ma il concetto che è la somma che fa il totale, come diceva Totò. Ci preoccupa, non la percentuale tra i reati, ma la somma tra i crimini degli italiani, degli albanesi, dei rumeni, degli africani… perché questa somma sta divenendo ormai insopportabile e insostenibile per quelli che vivono nel mondo reale.
Il Pio
Nessun commento:
Posta un commento