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Ma che male abbiamo fatto?

 


...Ma che male abbiamo mai fatto noi poveri italiani, per meritarci, almeno da sessant’anni a questa parte, Governi e Parlamenti che non pensano al popolo? Perché i nostri politici
 sanno parlare bene, sanno promettere benissimo, sanno litigare ancor più che bene… ma alla resa dei conti non pensano al popolo, non fanno nulla per esso e non cambiano nulla in Italia. Basta vedere i salotti televisivi: è un continuo litigio, con urla ed accuse reciproche e questo è proprio lo specchio di quel mondo brutto e—fatemelo dire—inutile ove non dannoso. Sessant’anni sono tanti e ormai per forza dobbiamo pensare che siamo al punto del non ritorno, cioè non ci sono più speranze di un cambiamento in bene per il nostro bel Paese. Li abbiamo visti passare tutti al potere e la situazione è quella odierna.  Immobile. Immutata. Forse una speranza tenue e lievissima potrebbe accendersi se ci fossero uomini santi ed innamorati di Gesù che seguono questo Ideale in politica. Ma in un’Italia scristianizzata questa è più un’utopia che altro e poi se ci fossero davvero santi politici non ce la farebbero mai ad entrare e a passare in alto, senza abiure e compromessi. Il divario che c’è tra politica e Paese reale è talmente grande ed incolmabile che nessuno potrà più porvi rimedio. Salvo miracoli, ovviamente che sono sempre possibili se uno li chiede. E se non dovessero avvenire facciamo noi il possibile. E comunque resistiamo anche in tutto questo, saldi nella fede. 


Il Pio

“Fides ex auditu”

Se la Fede passa e si diffonde attraverso l’udito, cioè, attraverso l’ascolto, come diceva San Paolo (“Fides ex auditu”), occorre che qualcuno parli, racconti, si esprima... In mancanza di questo signor qualcuno, si potrebbe dire, Essa non passa e dunque, non succede niente, non cambia nulla, tutto rimane fermo in eterno; proprio come adesso. E se oggi viviamo in un’Italia che un tempo era una terra fra le più cattoliche del mondo, insieme alla Francia, la Spagna, l’Irlanda…  e forse, addirittura, più di queste e che tante cose belle ha costruito, operato e creato solo per detto motivo, se oggi viviamo in un'Italia—dicevo—che è quasi completamente scristianizzata, significa che (anche) qui da noi regna il silenzio più bieco. Nessuno dunque parla, nessuno annuncia, nessuno testimonia la Fede in Gesù Cristo. Eppure Gesù è stato chiaro sul punto di annunciare la Buona novella al mondo intero e sempre San Paolo esortava a farlo in ogni occasione opportuna e inopportuna. E così, nel silenzio tombale la Fede non si propaga. Sono almeno due generazioni che è in corso questo processo. E’ successo che per la prima generazione, nel periodo del ’68, la Fede era ormai diventata roba da “vecchi” reazionari e retrogradi e siccome allora, il “giovane” e il "mondo nuovo" avanzavano a passi da gigante, Essa è stata buttata nel cestino come tanti altri rifiuti (o almeno considerati tali) e purtroppo ciò è stato fatto anche dai cattolici accecati da quell'ideologia. Poi dalla seconda generazione quel poco che era rimasto dopo l'invio in discarica, la Fede è stata considerata qualcosa che atteneva esclusivamente alla sfera personale e che dunque doveva restare in un ambito puramente intimo: non era corretto cioè, raccontarla agli altri; e poi c’era anche da rispettare gli atei, gli agnostici, gli eretici, i sincretisti e tutte le altre religioni, anche se tutti costoro potevano liberamente parlare male, con cattiveria e astio della Fede cattolica. Lo so che i miei tre lettori queste cose le sanno bene. Ma se vogliamo far tornare l’Italia cattolica, come era un tempo, che non significa una terra di pace, amore e bene, che non è assolutamente cosa di questo mondo, ma una terra i cui cittadini ragionano da cristiani, pensano, scrivono da cristiani, fanno libri, opere d’arte, sculture, quadri da cristiani, costruiscono opere buone nel mondo, come hanno sempre fatto, da cristiani… Se vogliamo che i rapporti interpersonali siano profondamente umani e cioè cristiani, se insomma, vogliamo che accada tutto ciò, occorre pur dire qualcosa (o meglio, Qualcuno) alla gente che incontriamo, anche a costo dell’esilio e degli insulti o delle risate... Se i nonni dei nonni dei nostri nonni non avessero parlato, immaginate come sarebbe grigia e triste la nostra terra oggi. E infatti fides ex auditu… E prima molti parlavano a cominciare dai genitori, dalla scuola,…

il Pio

 

 



Dolce indottrinamento

 

In un telefilm poliziesco che ho visto di recente, tra una sparatoria e un arresto, ad un certo punto il protagonista (bello e buono) va a casa di uno che gli dice di essere malato terminale e che ha una pillola per morire. Il protagonista dice che per lui non è giusto fare così. L'altro dice "ho deciso", "è una tua scelta" è la risposta. Così il protagonista (bello e buono) cerca di fare compagnia all'altro sino a che quello non si spegne dolcemente, definitivamente. Bene. Una scena che non c'entrava nulla con la storia del telefilm. Messa lì per motivi di trama? Non credo. Una pubblicità all'eutanasia? Probabilmente. Fateci caso  quando vedete film e telefilm, almeno dagli anni settanta ad oggi, in tanti si scorge sempre una frase o una scena, una situazione, fuori spesso dal contesto, che è un  puro e crudo indottrinamento (ad esempio su aborto, divorzio, famiglie variegate e variopinte, contro la Chiesa cattolica,...). Indottrinamento continuo e quotidiano su materie umane, delicatissime. La gente, non avendo più i paletti e i riferimenti della dottrina cristiana, beve e assimila e pensa come gli è stato detto dai tiranni della terra per fini malvagi, pensando poi di pensare liberamente. E questo avviene anche con i libri,  le canzoni, la televisione... Chi può lo faccia notare. Chi può,  resista saldo nella fede in Gesù. 

Il Pio 

Migranti e democrazia

Se uno dice che una parte degli africani in Italia delinque, è razzista. Anche se in effetti è vero, numeri alla mano. Però non si può dire ...