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La responsabilità, chi se la prende?

 


Un tempo (ma nemmeno tanto tempo fa) c’era un maggiore senso del peccato: no che non si facesse peccato, se ne faceva e forse anche di più di oggi. La differenza è che si sapeva di farlo. Nel senso che si sapeva cosa fosse un peccato, se ne aveva coscienza anche se lo si faceva ugualmente: se ne prendeva la responsabilità. Ora si fa lo stesso identico peccato di ieri, ma si è straconvinti che oggi sia un diritto o quantomeno una faccenda che si può e si deve fare, senza il minimo dubbio a proposito. La differenza è abissale: si compie lo stesso atto con una coscienza completamente diversa: ma l’uomo è lo stesso ieri e oggi e sempre figlio di Dio. Facciamo un solo esempio. Nessun dogma papale a partire dai tempi di San Pietro fino ad arrivare a oggi, mi pare abbia mai dichiarato che la convivenza tra persone non sposate non sia un peccato. Però prima la convivenza si faceva, come oggi, chi dice il contrario? ma ieri nell’angolo più recondito della coscienza di entrambi i conviventi c’era una specie di topolino che grattava piano piano le pareti, per ricordare ai proprietari che quello era un peccato, ma che fosse così era già certo a tutti e due. Poi facevano come gli pare, liberissimi. Avevano motivi razionalissimi e indiscutibili, ma in un angolo del cervello una vocina lontanissima apriva un contraddittorio. Poi uno poteva essere diacono, ateo, anticlericale, indifferente a tutto, e lo faceva lo stesso, ma non cambiava questa situazione, la coscienza non era quasi mai afona. Oggi nessuno sa cosa sia la coscienza o un peccato, figuriamoci se possa avere la consapevolezza che la convivenza sia un peccato (e poi oggi! Con tutti i campioni che ci sono in giro!). Se affronti coraggiosamente il discorso con costoro ti dicono che non c’è nulla di male, che non si fa male a nessuno e che la Chiesa si deve aggiornare, oggi si fa in questo modo. Tutti così, con le stesse parole. Qualcuno tira pure fuori il discorso “non ammazzo, non rubo che peccati faccio?”. E quando a questi ultimi faccio notare che i dieci Comandamenti di Dio, non sono due, ma—appunto—dieci, mi pare di trovarmi quasi sempre innanzi casi sordità selettiva. La Chiesa non si deve aggiornare perchè il suo unico e straordinario compito è quello di conservare quello che ci ha detto Gesù e chi vorrà aggiornare, come fosse un software, quello che ha detto Gesù per me sia maledetto chiunque esso sia. Ma la domanda che mi faccio sempre più spesso è questa: forse Dio perdonerà tutta questa gente che oggi fa peccato senza sapere che sia un peccato, non per colpa loro, ma sarà ugualmente misericordioso con quelli che da un certo momento in poi, non hanno più detto, avendo l’obbligo morale di dirlo, che c’è il peccato personale, che dobbiamo evitarlo come la peste (o il Covid-19 se si capisce meglio), che esso è dannosissimo, che può essere fonte della nostra personalissima dannazione eterna, mentre noi dobbiamo combattere tutta la vita solo per andare in Paradiso? Ma soprattutto mi chiedo: ma perché non lo hanno più detto?


Il Pio

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