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Lo sport non è un fine, ma un mezzo



…Lontano dal vero è tanto chi rimprovera alla Chiesa di non curarsi dei corpi e della cultura fisica, quanto chi vorrebbe restringere la sua competenza e la sua azione alle cose «puramente religiose», «esclusivamente spirituali». Come se il corpo, creatura di Dio al pari dell'anima, alla quale è unito, non dovesse avere la sua parte nell'omaggio da rendere al Creatore!... Che anzi egli (S. Paolo, ndr) ne discorre spesso esplicitamente: parla delle corse, delle lotte non con espressioni di critica o di biasimo, ma da conoscitore che ne eleva e ne nobilita cristianamente il concetto. Poiché infine cosa è lo «sport» se non una delle forme della educazione del corpo? Ora questa educazione è in stretto rapporto con la morale. Come dunque potrebbe la Chiesa disinteressarsene?… Ed è ben naturale, poiché questo (il materialismo, ndr) vede e non conosce del corpo che la carne materiale, il cui vigore e la cui bellezza nascono e fioriscono per poi presto appassire e morire, come l'erba del campo che finisce nella cenere e nel fango. Assai diversa è la concezione cristiana… Non Iddio ha fatto mortale il corpo umano, bensì il peccato; ma se per causa del peccato il corpo, tratto dalla polvere, deve un giorno ritornare in polvere, da questa tuttavia il Signore lo trarrà nuovamente per richiamarlo alla vita. Anche ridotti in polvere, la Chiesa rispetta e onora i corpi, morti per poi risorgere. Ma a visione anche più alta ci conduce l'Apostolo Paolo: «Non sapete voi—egli dice—che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi, che vi è stato dato da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo» (1 Cor. 6,19-20). Glorificate Dio nel vostro corpo, tempio dello Spirito Santo! … Ora qual è, in primo luogo, l'ufficio e lo scopo dello «sport», sanamente e cristianamente inteso, se non appunto di coltivare la dignità e l'armonia del corpo umano, di sviluppare la salute, il vigore, l'agilità e la grazia?... Lo «sport» è un efficace antidoto contro la mollezza e la vita comoda, sveglia il senso dell'ordine ed educa all'esame, alla padronanza di sé, al disprezzo del pericolo senza millanteria né pusillanimità. Voi vedete così come esso oltrepassa già la sola robustezza fisica, per condurre alla forza e alla grandezza morale... Come potremmo Noi in questa occasione non ricordare l'esempio del Nostro grande Predecessore Pio XI, che fu anche un Maestro dello «sport» alpino? Rileggete il racconto, così impressionante nella sua calma semplicità, di quella notte passata tutta intera, dopo un'ardua ascensione di venti ore, sopra una stretta sporgenza di roccia del Monte Rosa, a 4600 metri di altezza sul livello del mare, con un freddo glaciale, in piedi, senza poter fare un passo in nessun senso, senza potersi lasciar vincere un solo istante dal sonno, ma nel centro di quel grandiosissimo fra i più grandiosi teatri alpini, dinanzi a quella imponentissima rivelazione della onnipotenza e della maestà di Dio. Quale resistenza fisica, quale tenacia morale un tal contegno suppone! E quale preparazione quelle ardite imprese dovettero essere per lui a portare il suo coraggio intrepido nell'adempimento dei formidabili doveri che lo attendevano, nella soluzione dei problemi apparentemente inestricabili, davanti ai quali egli si sarebbe dovuto trovare un giorno come Capo della Chiesa! Affaticare sanamente il corpo per riposare la mente e disporla a nuovi lavori, affinare i sensi per acquistare una maggiore intensità di penetrazione delle facoltà intellettuali, esercitare i muscoli e abituarsi allo sforzo per temprare il carattere e formarsi una volontà forte ed elastica come l'acciaio: tale era l'idea che il sacerdote alpinista si era fatta dello «sport». Come questa idea è dunque lontana dal grossolano materialismo, per il quale il corpo è tutto l'uomo!.. Così inteso, lo «sport» non è un fine, ma un mezzo; come tale, deve essere e rimanere ordinato al fine, il quale consiste nella formazione ed educazione perfetta ed equilibrata di tutto l'uomo, cui lo «sport» è di aiuto per l'adempimento pronto e gioioso del dovere, sia nella vita del lavoro, che in quello della famiglia.

(Tratti del Discorso Di Sua Santità Pio XII agli Sportivi Italiani. Solennità di Pentecoste, 20 maggio 1945, da www.vatican.va)

  


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