«Vuole partecipare alla Colletta Alimentare? È per i
poveri». Gli allungo il sacchetto. Quello, in silenzio, mi fissa negli occhi
con lo sguardo di un pazzo assassino per diversi secondi. Per un attimo ho
pensato «ora questo mi darà un pugno in faccia». Di gente strana c’è ne tanta
in giro e di quelli che vedono i cristiani e quello che fanno, come fumo negli
occhi, pure. Invece mi dice con voce tagliente alla Clint Eastwood «cosa posso
prendere, cosa può servire?». Alla fine della spesa ci ha dato diversa roba.
Stare alla Colletta Alimentare è sempre una bella esperienza, anche perché
vieni a conoscere il modo di comportarsi di diverse persone e cosa passa nelle
loro teste. Da quello che ti dice di essere lui più bisognoso degli altri ed
esce col carrello stracolmo di roba, o quell’altro che sostiene che è tutta una
fregatura. A quello che dice che la spesa per i poveri l’ha fatta ieri o la
farà domani. Prima o dopo. Alla signora ingioiellata che dice che dovrebbero
andare a lavorare, invece. Fino al signore che nemmeno ti guarda, o ti ridà il
sacchetto, o ti manda a quel paese... Ma
una buona parte della gente che passa, il sacchetto lo prende e lo riempie, anche
con poco. E quindi c’è quello che dice di essere disoccupato e divorziato da
tempo, ma un pacco di pasta lo regala volentieri a chi sta peggio di lui.
Quell’altro che si scusa perché non ha potuto prendere tanta roba come avrebbe
voluto. Chi dice che finché si può, si dona con piacere, ma a breve saremo
tutti poveri… E, a parte il Clint Eastwood delle parti nostre, buonissimo di
cuore lui, ma duro e impenetrabile di facciata, quasi tutti hanno restituito il
sacchetto con un sorriso aperto, segno di contentezza per quello che si è
fatto, poi salutano e se ne vanno lieti; e pare che alcuni vorrebbero anche rimanere
un altro po’... Davvero tanti ne ho visti, di tutte le età. E questo anche a me
ha aperto il cuore. Dopo la Colletta Alimentare infatti, torno a casa sempre
rincuorato e lieto: non solo per aver fatto, nel mio piccolo, una cosa utile,
ma anche perché vedo gente contentissima nel dare agli altri.
Noi siamo così. Il nostro Cuore ci porta naturalmente a
interessarci degli altri. A aiutare gli altri. Il Cuore è la parte più profonda
e vera che abbiamo. Quella che ogni tanto ci chiama, ci rimprovera, ci
sollecita... Il cuore non è il sentimento, il puro sentimentalismo, del “va
dove ti porta il cuore”, del “me lo sento” o “non me lo sento”, “amore, amore”…
Difficile da spiegare la differenza in poche righe, ma spero che la si intuisca
con questi brevi esempi.
Non a caso infatti, siamo creature, non figli del caso, ma
figli di Dio: voluti e pensati proprio così. Creati dunque, a Sua immagine e somiglianza.
E così, potendoci fare come voleva, Lui ha messo un Cuore grande dentro a
ciascuno di noi, un Cuore che tutti si sono resi conto di avere anche se per un
solo secondo in tutta la vita. Ma ci ha fatti anche liberi, liberissimi, di
fare tutto quello che vogliamo. Dalla bontà più assoluta e gratuita, alla
perfidia più nera e tremenda. Ognuno è libero di fare il male o il bene. Amare
o odiare. Vivere, vivacchiare, non vivere, uccidersi, uccidere... E anche di
venire a patti con questo Cuore o di non ascoltarlo per niente e sommergerlo di
tante vanità e immondizia. Come anche di ascoltare solo quello che fa più
comodo o più piace. Come anche seguire quello che tutti seguono, cioè,
ultimamente, quello che dice il Potere. Pensate, siamo usciti dalla dittatura
del dittatore, per buttarci anima e corpo nella dittatura del pensiero unico.
La prima ci fu imposta negli anni ‘20, la seconda dittatura la vogliamo seguire
pervicacemente noi, ritenendola l’unica possibile e giusta. Ma di sicuro non è l’unica
strada anche se la segue la maggioranza delle persone che poi, democraticamente,
insulta e sberleffa tutti coloro che—pochi in realtà—vanno in una direzione
differente. Il Clint Eastwood della Colletta quando si è accorto che poteva
fare del bene e che questo era proprio quello che il suo Cuore gli diceva, lo
ha fatto senza pensare a altro. E’ bastata infatti una frase di uno
sconosciuto, mai visto e che probabilmente non vedrà più, con una pettorina
gialla svolazzante addosso, perché il suo Cuore avesse l’occasione di
sollecitarlo a fare qualcosa di buono. E per farlo stare contento (pur senza
farlo vedere agli altri).
Siamo nel periodo natalizio: dunque è l’occasione per dire
che la strada più bella da seguire, valida per tutta la vita e non per un
periodo determinato (quando finisce la moda al potere) è quella che ci ha
aperto Gesù che è venuto in terra proprio a dircela e a spiegarcela. Seguiamola
senza paura, restiamo saldi nella Fede cattolica. Convertiamoci. Seguiamo Gesù
che ci vuole bene e non il Potere che ci vuole solo schiavi. Il nostro Cuore
preferisce sicuramente quella strada. Sicuramente saremo più contenti. E
probabilmente ci salveremo l’anima.
Il Pio
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