Nel 1995 avevamo invitato una persona a
fare una conferenza sul beato Pier Giorgio Frassati. La conferenza andò
benissimo. Ma il fatto è che —dopo venti anni— mi sono ricordato di un’altra
cosa che vi voglio raccontare. Quel conferenziere iniziò facendo a tutti una
domanda. «Chi è Dio?». In platea c’erano circa duecento persone: un 95% erano
giovani, diplomati, universitari, laureati e lavoratori, oltre a un buon numero
di responsabili di Movimenti ecclesiali e un 5% era composto da nonne. Il 95% dei presenti
non seppe rispondere assolutamente nulla, nemmeno a balbettare qualche concetto
e restò muto, sapendo di non sapere. Le nonne, poco meno di una decina,
intruppate tutte su una fila centrale,
con la loro borsetta sulle gambe, dissero tutte insieme, a voce alta e senza
esitare «Dio è l’essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della
terra». Cioè quello che insegnava il Catechismo di San Pio X. Le nonne, dopo più
di cinquant’anni dal giorno in cui avevano finito di andare a catechismo, se lo
ricordavano bene e se avesse fatto altre domande, la risposta sarebbe arrivata
fulminea. I giovanotti “istruiti” non sapevano invece nulla. Mi capitò di fare
una domanda a dei ragazzi su cosa significasse “epifania” e che significato
avesse la festa del 6 gennaio. La risposta quasi corale fu che la parola deriva
da “befana”. Con una ragazza fresca
fresca di prima comunione il discorso
per caso cadde sui Dieci comandamenti: non ne sapeva minimamente l’esistenza, non
ne aveva mai sentito parlare. Che dire dunque? Nulla. I lettori di questo post
traggano le considerazioni che la loro coscienza gli consiglia. Io per conto
mio sto leggendo il Catechismo di San Pio X e sto scoprendo —anzi, conoscendo—
tante belle cose della nostra Fede.
Si deve conoscere molto bene la nostra fede,
altrimenti tutto diventa opinabile e discutibile e l’eresia, anzichè qualcosa
da non seguire assolutamente e da combattere, diventa solo un modo democratico
di vedere diversamente la stessa cosa e il corollario modernissimo e
attualissimo è subito fatto: «le idee vanno rispettate tutte!» (E perché? Ve lo
siete mai chiesto? La persona va rispettata, non le…). Nulla delle fede deve
essere opinabile o discutibile, né deciso democraticamente. La Chiesa deve
conservare il Depositum fidei lasciato da Gesù. E la
fede, fondata —appunto— su quel Depositum
fidei, è quella faccenda che ci salverà l’anima e ci farà vivere bene; e se
ciò è giusto, allora essa deve essere chiara e senza possibilità di dubbi. E’
bene fissare nella nostra mente le fondamenta della fede perché così uno ce l’ha
sempre a riferimento per distinguere il bianco dal nero.
«Per quale fine Dio ci ha creato?». «Dio ci
ha creato per conoscerlo, amarlo, e servirlo in questa vita e per goderlo poi nell’altra
in Paradiso». «Chi merita il Paradiso?». «Merita il Paradiso chi è buono, ossia
chi ama e serve fedelmente Dio e muore nella sua grazia». «Quali danni cagionò
il peccato di Adamo?». «Il peccato di Adamo spogliò lui e tutti gli uomini della
Grazia e d’ogni altro dono soprannaturale, rendendoli soggetti al peccato, al
demonio, alla morte, all’ignoranza, alle cattive inclinazioni e a ogni altra
miseria e escludendoli dal Paradiso». Eccetera, eccetera.
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