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Sangre caliente!



Una notizia fuori dal coro è stata quella degli alluvionati spagnoli che hanno gettato il fango addosso ai reali al grido di “assassini”. E’ difficile che il popolo “sbotti”, ma quando ciò avviene significa solo due cose: che non ne può più e che ha il sangue nelle vene, o meglio, in spagnolo, ha il sangre caliente. Delle due a noi manca di sicuro il sangre caliente. Sangue caldo che noi italiani un tempo avevamo in abbondanza, ma che abbiamo abbandonato insieme alla fede. Da noi, infatti le proteste sono monotone, quasi sempre omologate, sempre quelle, stessi slogan, stessi cartelli, i soliti scontri,… una tristezza! Si fanno solo cortei contro il Governo. Mai, dico mai, una volta che si organizzi, ad esempio, una protesta contro l’opposizione (perché no?) che, sia di destra che di sinistra, ne combina di tutti i colori. Una volta, se ricordo bene, tanti anni fa, i Verdi all’opposizione votarono a favore della riapertura di una centrale nucleare (!), solo perché la maggioranza al Governo voleva mantenerne la chiusura. Ed oltre a vedere bene una protesta contro l’opposizione (e di motivi ne avremmo a iosa), vedrei ottimamente anche una bella contestazione popolare e massiccia contro tutti i politici e la politica perché ne combinano di cotte e di crude, sempre a danno dei cittadini, tra l’altro disinteressandosi altamente della vita di questi, visti solo come schede elettorali. Cittadini che da parte loro, si muovono solo se qualcuno gli paga e gli organizza i pullman e il pranzo. Cittadini che non dicono più nulla se non unicamente quanto di più scontato e di più grigio politicamente corretto ci sia sul mercato
. E noi cristiani ci dobbiamo ricordare di avere un Capo che, mosso da sacro zelo e da santo sdegno, ha preso a male parole e a frustate chi aveva trasformato il Tempio di Dio in un’orgia. Voglia il Cielo allora che a noi italiani torni il sangre caliente abbandonato da qualche parte per un piatto di lenticchie. E questo non solo per l’Italia, ma anche per la Santa Chiesa.

Il Pio

La regola

 

Ricordate la regola principe dei tiranni? "Se la realtà è diversa dall'ideologia, tanto peggio per la realtà". Regola applicata normalmente da tutte le dittature. Ma noi viviamo in una democrazia, per di più moderna e non ci dovremmo preoccupare. Ma siamo proprio sicuri che anche oggi non sia così? Pensiamo un attimo. Come comprendiamo o leggiamo la realtà cioè le persone ed il mondo che ci stanno intorno, come esso  funziona e come dovrebbe funzionare? Se siamo di sinistra vediamo il mondo attraverso l'ideologia di sinistra e a patto che non sia come quella di destra. Se siamo di destra vediamo il mondo attraverso l'ideologia di destra e a patto che non sia come quella di sinistra. Tirando le somme, perché è la somma che fa il totale, come diceva Totò, gran parte di noi vede la realtà sotto il filtro di un'ideologia, buona o cattiva che sia. E se ci fosse qualcosa di buono in una, l'altro la disprezza. Se poi pensiamo che i mezzi di informazione stanno in mano ai politici,  l'equazione è bell' e fatta. Ed io, sempre più brontolone, ripeto ogni volta, non diamo la nostra vita nè a destra nè a sinistra ma a Dio. Perché la Sua non è un'ideologia, ma è la realtà. 

Il Pio

Perbacco!


Halloween non è una festa cristiana, perbacco!, come ho letto in internet poco fa e
sempre ammesso che oggi la gente sappia cosa significhi “una festa cristiana”. Qualche anno fa, infatti, in fila alla cassa di un supermercato, ho sentito una bambina chiedere alla mamma il perché il primo novembre fosse festa, ovviamente la mamma rispose (un po' indispettita dalla banalità della domanda), che era festa perché era Halloween (perbacco!). Ci rimasi malissimo e mi intristii. Halloween è una festa importata dai paesi anglosassoni. Una festa brutta, pagana e soprattutto senza alcun senso, senza vita. Quando ero ragazzo il primo di novembre non si andava a scuola perché era la festa di Tutti i santi e pur avendo una fede ignorante, assai borghese e molto blanda, il senso profondo lo capivo lo stesso e così anche i miei compagni di scuola compresi quelli atei, agnostici, di estrema sinistra ed estrema destra. Avendo letto parecchie storie di Charlie Brown, il simpaticissimo personaggio inventato dallo statunitense Charles M. Schulz, sapevo già in tenera età che lui ed i suoi Peanuts, la notte tra il 31 ottobre e il primo di novembre festeggiavano Halloween (così come tutti i loro concittadini americani); ma in Italia in quei tempi nessuno vendeva ancora zucche finte e i vestiti orribili da morto e da strega, nessuno gridava “dolcetto o scherzetto” e nessuno sapeva di quella festa davvero pagana, panegirico alla bruttezza, al nero e alla morte (e come eravamo normali allora, perbacco!). All’Università (parlo degli anni ’80) notai che in alcuni negozi, in quel periodo, cominciavano a vendere piccole zucche di plastica (penne, portachiavi, spille…) in un angolo sparuto del negozio. Capì in un istante che dopo pochi anni quella festa sarebbe arrivata in Italia. Di lì a poco infatti, quell’angolo sparuto del negozio divenne un ampio spazio di vendita e Halloween diventò per tutti un’importante festa nazionale, attesa da tutti e da affari colossali e talmente grande da obliterare la nostra Festa di Ognissanti. E i bambini—come quella alla cassa del supermercato—vengono educati a preferire la festa della zucca a quella dei santi, a preferire la “morte” alla santità, la zucca vuota con un ghigno maledetto, a un contenitore pieno di gioielli preziosi. Oggi quella Festa di Ognissanti nessuno, purtroppo, sa più cosa sia. Io vorrei che i miei tre lettori il primo di novembre festeggiassero con me, tutti i santi del Paradiso, che sono tanti, noti ed ignoti, perché la santità è l’obiettivo di ogni cristiano, alla santità dobbiamo infatti puntare in tutta la nostra vita, in ogni secondo della nostra vita. Alla santità tutti siamo chiamati da Dio e là tutti ci possiamo arrivare con il nostro impegno, la Grazia di Dio e i Sacramenti (i santi sono umani e hanno le stesse problematiche nostre nessuna esclusa, ma la fede gli faceva avere uno sguardo diverso sulla realtà e sulla vita; e la fede è un dono e come tale si può richiedere alle “solite condizioni”). Perché la Santità non è nera e triste ma è celeste e luminosa.

Il Pio

Ecco perché…





Ecco perché siamo fatti così...

63 D. Com'è possibile che il peccato originale si trasfonda in tutti gli uomini?
R. Il peccato originale si trasfonde in tutti gli uomini, perché avendo Iddio conferito all'uman genere in Adamo la grazia santificante e gli altri doni soprannaturali, a condizione che Adamo non disobbedisse; avendo questi disobbedito nella sua qualità di capo e padre del genere umano, rese l'umana natura ribelle a Dio. Perciò la natura umana viene trasfusa a tutti i discendenti di Adamo in uno stato di ribellione a Dio, priva della divina grazia e degli altri doni.

64 D. Quali danni ci ha dunque cagionato il peccato originale?
R. I danni del peccato originale sono: la privazione della grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, tutte le miserie di questa vita, e infine la morte.

65 D. Tutti gli uomini contraggono il peccato originale?
R. Si, tutti gli uomini contraggono il peccato originale, eccetto la Santissima Vergine, che ne fu preservata da Dio per singolare privilegio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore.

66 D. Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero più potuto salvarsi?
R. Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero più potuto salvarsi, se Dio non avesse loro usato misericordia.

67 D. Quale fu la misericordia usata da Dio al genere umano?
R. La misericordia usata da Dio al genere umano fu di promettere subito ad Adamo il Redentore divino, o Messia, e di mandarLo poi a suo tempo, per liberare gli uomini dalla schiavitù del demonio, e del peccato.

Il peccato di Adamo poi si propagò a tutti i loro discendenti, eccetto Maria SS.; ed è quello con cui tutti nasciamo, e che si chiamò peccato originale. 
Il peccato originale macchia l'anima nostra fin dal primo istante di nostra esistenza, ci rende nemici di Dio, schiavi del demonio, esclusi per sempre dal paradiso, soggetti alla morte ed a tutte le altre miserie. 
Iddio però non abbandonò Adamo e la sua discendenza a tale disgraziatissimo fine. Nella sua infinita misericordia gli promise tosto un Salvatore (il Messia), che sarebbe venuto a liberare il genere umano dalla servitù del demonio e dal peccato, ed a meritargli il paradiso.
(Catechismo Maggiore di San pio X)

... E così fece davvero, mando Suo Figlio, Gesù.
E possiamo sempre convertirci a Lui, poi abbiamo, per tutta la nostra vita i Sacramenti e la Grazia di Dio che attenuano e limitano gli effetti del peccato e ci permettono di salvarci.
Noi siamo fatti nel modo che purtroppo conosciamo personalmente e direttamente. 
E questo è il perchè. Ed è il perchè più vero e più chiaro di tante ideologie, religioni, teorie psicologiche ed umane... 
Sarebbe bello se ce lo ricordassimo quotidianamente e se diffondessimo tutte queste notizie a ogni persona che conosciamo, in un mondo quasi tutto scristianizzato.

Il Pio

Il prezzo

 

"A Roma tutto ha un prezzo". Sembra una frase tratta dal giornale di oggi. Una di quelle frasi che intristiscono i lettori perché sono tanto gravi, quanto vere. Invece è di Giovenale, poeta satirico romano del I-II secolo d.C. (da Omniae Romae). Se quello che scrisse fosse vero e non una battuta spiritosa, si deve per forza pensare che non è cambiato nulla dai suoi tempi ad oggi. E fa anche pensare che nel mondo, epoche dell'oro, dove vivevano solo santi ed eroi e tutto filava sempre bene, non ci sono mai state. Non che non ci sono mai stati santi ed eroi in mezzo al popolo, ma che il mondo circostante è sempre stato brutto e cattivo e che solo la presenza di quelli ha permesso alla povera gente di andare avanti umanamente. E questo fa ambo col fatto che ogni uomo ha il peccato originale i cui mefitici influssi lo portano sempre verso il male e a sfuggire con tutte le forze Dio e la Sua volontà. Solo la Grazia di Dio e dei  Sacramenti, se chiesti ed accolti nei nostri cuori,  ci permettono di contrastarne gli effetti. Guardare i santi ci fa desiderare di essere come loro. Ma oggi l'Italia difetta di santi ed eroi. Il santo è quello che nella sua miseria e nei suoi limiti vuole bene a Gesù e sta così bene in questa amicizia che la vuole portare a tutti, perché tutti siano lieti come lui. E questa amicizia può essere portata tramite la fantasia che lo Spirito Santo ha sempre avuto per conquistare a Dio le persone per il tramite di quelli. Nel nostro interesse convertiamoci e crediamo al Vangelo. E facciamo di non avere anche noi un prezzo, ma di avere a cuore la nostra è l'altrui santità e salvezza.

Il Pio 

Bomba o non bomba.




Pensiamo a una città bombardata e la devastazione fisica e umana che sempre ne consegue. Pensateci bene perché, con le belve feroci che governano il mondo e le pecorelle timide che guidano i singoli stati, potrebbe essere un' ipotesi possibile, anche nel breve periodo. Ma rimaniamo a quell'immagine tragica del bombardamento, perchè questa è proprio come immagino la realtà di oggi, sia fisica (per come trattiamo il Creato), sia umana. Umana in particolare. Oggi di umano c'è molto poco, non c'è praticamente nessuno che assomigli più ad un uomo. Di tutto quello che un tempo era l'umanità oggi ne rimane ben poco. Pensate alle famiglie, ai rapporti di amicizia, ai rapporti di coppia, allo stato, alla politica, al lavoro... A far tornare un po' di umanità nel cuore degli uomini non saranno né quelli di sinistra, nè quelli di destra, nè quelli di centro o nessun altro del genere. Garantito per esperienza ottenuta sul campo. Solo chi ha Gesù nel cuore potrà contagiare tutti gli altri. Dunque cari tre lettori, diamoci da fare perché su questo campo ci giochiamo la nostra salvezza. 

Il Pio 







La nuova Torre di Babele.


Nella Genesi (Genesi 11, 1-9) si racconta della Torre di Babele. All'epoca gli uomini parlavano tutti la medesima lingua. Essi volevano arrivare con quella torre, fino al cielo (e cioè a Dio) per acquisire gran fama. Ma Dio creò scompiglio nelle genti e, facendo in modo che le persone parlassero lingue diverse e non si capissero più, impedì che la costruzione della torre venisse portata a termine. La vicenda della Torre di Babele è letto come una lezione divina sull’importanza dell’umiltà e della sottomissione all’autorità di Dio. L’ambizione e l’orgoglio umano di voler raggiungere il cielo attraverso la costruzione della torre sono il millenario e costante nostro tentativo di paragonarci a Dio stesso. Dio, invece, dimostra la sua supremazia confondendo le lingue e impedendo il completamento della torre.

Allora fu Dio a confondere le lingue e le persone per ottimi motivi, oggi, abbandonato Dio da tutti, a farlo sono stati i potenti della terra, per motivi malvagi. 
Essi hanno creato scompiglio, ci hanno scandalizzato e hanno saputo confonderci. Quelli hanno voluto dimostrare la loro supremazia su tutti i popoli. Quelli vogliono da noi povertà e sottomissione, che gli facciamo sacrifici e offerte, perché loro hanno preso il posto di Dio. Anzi sono loro stessi si sono fatti dio della terra e tali si sentono, con tutta la boria e crudeltà. Non a caso oggi anche le semplici parole il cui significato era sempre stato chiaro a tutto il mondo, non lo è più. La fede non è più una, ma è il cumulo di più religioni diverse, se non un bieco e spietato ateismo. E’ tutto liquido e anonimo, falsità e verità sono tra loro confuse e ormai indistinguibili. Accade quello che profetizzò G. K. Chesterton «Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate… (dal finale di Eretici)». E io spero che Dio, avendo l'ennesima volta misericordia di noi, figli indegni e ingrati, scenda ancora una volta sulla terra a confondere le parole, i disegni, le idee e i progetti di quei maledetti potenti della terra. Io questo lo prego ogni giorno. Se siamo di più a farlo, forse potrebbe essere meglio. E, come sempre, resistiamo a tutte queste cose saldi nella fede.

Il Pio

Perdere la strada


 Attenzione, perché perdere la strada, soprattutto nella nebbia, è un attimo e poi si arriva al bivio e le strade si biforcano e sembra che esse portino entrambi nella stessa direzione, ma più si cammina e più la distanza diviene immensa. Nella nebbia è bene stare sopra ai binari (Dieci comandamenti, Catechismo, Dottrina, Sacramenti...) che sicuramente alla meta ci conducono. Fuori dai binari, nella nebbia, andiamo a lume di naso e la possibilità di finire dentro un fosso è alta. Ormai sono decenni che discuto con persone che sono straconvinte che tutte le religioni portano alla salvezza. Il fatto che le Torri gemelle sono state distrutte proprio in nome di una  religione, fa cambiare poco la conversazione. Allora chiedo, ma se tutte le religioni sono equipollenti, Gesù, il figlio di Dio, Dio stesso, che sarebbe venuto a fare sulla terra? E che senso avrebbe allora, la sua dolorosissima e crudele morte, se ogni divinità passata, presente e futura, ha ragione e porta dalla stessa parte? Questo aspetto della discussione però, non so perché non sortisce alcun effetto se non quello di terminare il dibattito. 

Il Pio 


Paletti e cartelli indicatori.


Oggi l’educazione del popolo è svolta dagli show man, dai conduttori della tv, dalla pubblicità, dal cinema, dai telefilm, dai cantanti, dalla radio, dai mezzi di informazione, dai politici. Nel senso che prima un uomo riceveva sin dalla più tenera età, un’educazione dalla famiglia, confermata poi, quasi pari pari, dalla scuola, poi andava a catechismo e la perfezionava e dunque entrava nel mondo già con qualche paletto e qualche cartello indicatore dentro la testa che lo poteva aiutare in età adulta, a districarsi nella jungla della vita, restando sempre libero di procedere come meglio desiderava. Oggi
 nessuno svolge più questo indispensabile compito, delegando tacitamente gli enti di cui sopra. Nel senso che se non educano più quei soggetti  del passato, necessariamente educa, avendo quindi pieno campo libero, il Potere malvagio (ma qualcuno dovrà pur rispondere per questo gran rifiuto). Se uno non ha originariamente paletti e cartelli, deve per forza seguire quelli che trova per la strada, senza sapere dove portano davvero quei paletti e quei cartelli, da chi sono stati messi e perché. Se notate capita spesso che nei film, telefilm, canzoni, trasmissioni, giornali... si buttano in pasto a tutti anche solo a mo’ di battuta, frasi che veicolano i poveri cittadini verso i temi cruciali di oggi, ma a senso unico: LGBT, fine vita, aborto, preservativi, divorzi, convivenza, nuove nozze, tradimenti,… sovente senza alcuna possibilità di contraddittorio. Fateci caso perché talvolta la cosa è clamorosa, e ha un fine esatto: educare la gente al nuovo ordine e alla nuova umanità che i potenti stanno costruendo senza che nessuno si metta di traverso e dica a voce alta ”no, così non va bene”. E questo avviene da decenni. Forse sarà un caso, ma in alcuni film di Totò, il personaggio che rappresentava era di seconde nozze con la ex moglie altrove, in un periodo in cui iniziava il dibattito sul divorzio. Forse sarà pure un caso, ma in un film di Verdone il suo personaggio dice che era in crisi come prete missionario perché non capiva se fosse giusto o meno diffondere i preservativi in Africa (nel senso, forte natalità contro dottrina cristiana). Se poi vedete i telefilm americani, sono continuamente cosparsi di chicche del nuovo regime del politicamente corretto. Ma chiedo comprensione sono un vecchio brontolone, non mi va bene nulla e forse non capisco più nulla. “Morti" gli educatori naturali per scelta personale, ci resta una cosa per avere nuovamente i paletti e i cartelli indicatori genuini che non portano dentro un burrone... Paletti e cartelli che sono andati bene per millenni. Dieci comandamenti, Dottrina, Catechismo, Tradizione cattolica, vangelo, sacramenti. Seguire una guida autorevole. infine, mettere Gesù sopra tutte le cose e in ogni minimo particolare della propria vita. 

Il Pio


Di secondaria importanza

 


Negli ultimi tempi, per giorni e giorni cioè, mattina e sera, l'attenzione nostra, dei mezzi di informazione,  della politica si è concentrata completamente sulle vicende dell'ex ministro e della signorina disinibita, mettendo in secondaria importanza la possibile guerra mondiale forse anche nucleare, il pericolo dell'islamizzazione dell'Italia, le gravissime urgenze del nostro Paese a cui da decenni nessun governo si è mai occupato e a voler tacere d'altro. Non sono fantasie, ma pericoli non lontani e soprattutto, non di secondaria importanza.  E se si dovessero realizzare, non ci  alzaremo più. Se a noi non pensa nessuno, nè politico, nè giornalista, nè cittadino, se il popolo lo soddisfi e lo metti in silenzio con quelle notizie, siamo messi male e forse "alla frutta". Abbiamo una sola possibilità. Remota se vogliamo. Riprendere in mano la corona del rosario e pregare incessantemente per noi, per la nostra salvezza, per la pace, per l'Italia e per il mondo. Non è detto però che Dio ci ascolti, considerando quanta poca fede abbiamo e per quante colpe inescusabili dobbiamo chiedere perdono e non lo facciamo. E comunque, non ce lo meritiamo. Ma è l'unica possibilità che abbiamo. "Siam peccatori, ma figli tuoi".

Il Pio 

Indizi gravi, precisi e concordanti


 Ci sono numerosi scienziati, anche famosi che dicono al pubblico che li osanna e crede ciecamente in loro, (perché sono scienziati, dunque semidei) che Dio non esiste e che è tutta un'invezione dell'uomo per darsi speranza nei momenti del bisogno. Uno scienziato, in quanto tale, dovrebbe sempre lasciare aperte tutte le possibilità nella sua ricerca, anche l'ipotesi della esistenza di Dio e cancellarla solo dopo ampi e comprovati studi e non invece, per un'ideologia che con la scienza ha poco a che fare. Le frasi che  dicono sono sempre tutte uguali e questo crea qualche sospetto. A loro si aggiungono anche uomini che non sono propriamente  scienziati, ma sono venerati dal popolo nella stessa misura e cantano pure loro lo stesso ritornello. È vero che Dio non si scopre con una rigida ricerca scientifica, ma solo con quella fede che dà senso alla vita. Però ci sono nel mondo molti indizi gravi, precisi e concordanti (come si dice in diritto) a favore dell'ipotesi Dio. Molti scienziati del passato erano cattolici. Milioni di martiri hanno dato la vita per Gesù e per testimoniarlo. Santi che hanno creato intorno a loro una bella umanità e costruito tantissime opere straordinarie. Un popolo diviso dai confini nazionali,  ma unito saldamente solo dalla fede cattolica. Stati che hanno adeguato le loro leggi, usi e costumi conformemente al cristianesimo. Città che sono nate intorno alle tombe dei santi o delle chiese. Arte e pittura di una bellezza straordinaria. Opere architettoniche sublimi. Educazione e modo di vita umani grazie alla dottrina cattolica. Letizia in moltissimi cuori e vite piene... e questo quasi ininterrottamente per due millenni. Invece pensiamo a come sarebbe brutta, grigia e arida l'Italia se non ci fosse mai stato Gesù e il cristianesimo. Se Dio  non esistesse. E non è reato dire agli scienziati e ai vip che dicono sonore stupidaggini.

Il Pio 

Tutto è diseducativo

 


Oggi è tutto diseducativo. Un tempo il concetto di educazione e quello di educare, stavano al primo posto. A casa, tra genitori e figli, tra fratello maggiore e minore, in caserma, a scuola, tra adulti e giovani, nelle associazioni,… persino tra datore di lavoro e lavoratore. Pensate che il Catechismo maggiore di San Pio X, al punto 6 stabilisce: «I genitori e i padroni sono obbligati a procurare che i loro figliuoli e dipendenti imparino la Dottrina cristiana, e si rendono colpevoli dinanzi a Dio se trascurano quest’obbligo». Mia mamma mi racconta che quando andava al liceo un ragazzo le si era avvicinato e l’aveva accompagnata a scuola. La preside, vista la scena dall’ufficio, si era sentita in dovere di chiamarla e di dirle che così non si comporta una ragazza di buona famiglia, dandole le dovute spiegazioni (altri tempi! Ma pensate se fosse avvenuto oggi). Quella non era l’età dell’oro: non ce ne è mai stata una. Poi ognuno faceva sempre quello che voleva, è naturale. Però il pensiero educativo era forte in molte persone come qualcosa di naturale, innato nell’uomo con il corollario che l’adulto è, se educa. Il senso della buona testimonianza c'era, magari arido, in fondo al cuore. Ma era presente. Come pure il senso del peccato, prima c'era, oggi no, anche se il peccato si faceva tanto ieri e si fa tanto oggi: ma oggi si pecca senza aver il senso del peccato. Non a caso ora tutto è diseducativo. Non solo nel senso che non si ha più un’idea comune di educazione e che non si educa più, peggio! Tutto adesso deve essere diseducativo. Gli esempi sarebbero tanti e mi sconforta elencarli. Basta vedere le pubblicità, le canzoni, i salotti televisivi, i film e i telefilm: si sente sempre una frase, si vede un gesto, un’azione che ci vuole educare a qualcosa di negativo, cioè qualcosa di esclusivamente diseducativo. Non cadiamo allora nella trappola. Andiamo avanti sotto il Lume della fede cristiana, anche se non vediamo nulla adesso. Però per il cristiano è ancora in vigore l'obbligo di testimoniare e di educare anche fino l'effusione del sangue. E che non sia mai che un giorno saremo colpevoli dinanzi a Dio se abbiamo trascurato questo obbligo, o peggio, se ci siamo fatti diseducare senza aver provato a lottare e senza esserci difesi strenuamente. Ma la colpa maggiore è di chi diseduca in primis e dei pastori che non custodiscono il gregge in secundiis.
 
Il Pio 

Non è di mia competenza.



Una delle cose che dà molto fastidio nel mondo del lavoro, privato e pubblico che sia, è sentir rispondere, ad una richiesta importante ed urgente, “non è di mia competenza” o “nessuno mi ha detto che lo devo fare io”. Qualcuno ha scritto che questo modo di rispondere sarebbe nato proprio coi Lumi dell’illuminismo e con la rivoluzione francese, laddove, un nobile avrebbe chiesto l’aiuto per salire sulla ghigliottina e il giovane giacobino gli avrebbe risposto che non era sua competenza e che si arrangiasse. Quindi questo modo di fare è nato quando gli uomini hanno deciso di seguire la Ragione umana al posto di quella di Dio. Quando, cioè dal Lume dello Spirito Santo si è passati a vivere sotto il Lume della Rivoluzione laica ed atea. Quando da figli di Dio si è tornati a essere figli di Adamo e Eva. Non a caso, quando Dio chiese loro il perché del clamoroso e tremendo peccato originale, Adamo rispose « ‘La donna che Tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato del frutto dell’albero, e io n’ho mangiato’. E l’Eterno Iddio disse alla donna: ‘Perché hai fatto questo?’ E la donna rispose: ‘Il serpente mi ha sedotta, ed io ne ho mangiato’ (Esodo, 3, 12-13)». Nessuno di loro si percepiva responsabile dell’unica azione che Dio aveva detto di non fare, anzi per essi, quasi quasi la colpa del fatto era di Dio.  Non sentirsi responsabile di quello che abbiamo intorno significa ultimamente vivere da grigio menefreghista che nessuno deve scocciare. Naturalmente questa ricostruzione non ha alcun pregio storico o teologico. Però mi serve per dire che bisogna assolutamente tornare a seguire la Ragione di Dio, a seguire il Lume dallo Spirito Santo e finalmente, ad essere figli di Dio.

Il Pio





Fa quello che il prete dice…


Il punto è che nella Chiesa ci sono i mercenari e questo nessuno lo mette in dubbio: da sempre è così. Gente inaffidabile, 
si capisce. Quello che è errato, invece è prendere questi personaggi poco raccomandabilii, quello che fanno e dicono, come legittimo motivo per abbandonare la Chiesa cattolica o dire che, per questo, il Suo messaggio e il Suo insegnamento siano sbagliati. Certo è più rassicurante comportarsi in tal modo, perché così possiamo fare tutto quello che vogliamo, senza problemi morali, senza rimorsi e pentimenti. Però vale anche oggi il proverbio “fa quello che il prete dice, ma non fare quello che il prete fa”. In questa massima è sintetizzato tutto il discorso. L’uomo ha il peccato originale che, se non controllato e contenuto, lo può portare ad assomigliare più ad un animale che a un figlio di Dio. Ciò che può permettere all’uomo di salvarsi in terra e nell’altra vita è l’appartenenza alla Chiesa, l’osservanza dei Suoi comandamenti, del Catechismo, della Dottrina e della Tradizione. Quindi, che ci interessa se dentro la Chiesa ci sono tanti mercenari? Se molti cattolici non danno la testimonianza che dovrebbero dare? Se tanti sacerdoti non si preoccupano del destino del loro gregge? La Chiesa si fonda sul basamento più forte di tutti, su Gesù Cristo e pertanto contro di Essa le porte degli inferi non prevarranno mai, fino alla fine dei tempi. Fuori dalla Chiesa non c’è salvezza e anche questo è certo. Quindi ci conviene seguire Dio, il Suo Catechismo, la Sua Dottrina e la Sua Tradizione. Alla luce di tutto questo discorso, facciamo ciò che il prete dice e non quello fa. Purtroppo oggi, in certi casi, il problema è anche quello che dice il prete. In tal caso prendiamo e leggiamo il Catechismo di san Pio X. Si legge facilmente. E tutto ciò, anche alla luce del fatto che gran parte dei sacerdoti e dei cattolici laici sono buoni e giusti e molto affidabili. 

Il Pio


Popolo ingrato



Negli anni ‘50 la colpa del cambiamento climatico era delle bombe atomiche degli USA e solo per questo c’erano innaturali catastrofi naturali. Negli anni ’70 era l’inquinamento ad aver provocato il cambiamento del tempo e presto ci sarebbe stata una nuova glaciazione, con evidenti catastrofi. Negli anni ’80-’90 il cambiamento del clima era sempre provocato dall’inquinamento, ma ora  provocherà invece il surriscaldamento terrestre, con evidenti cataclismi. In tutti questi casi, i dogmi laici non provengono dal “popolino arretrato, ignorante e superstizioso”, ma da eminenti scienziati e capi di stato. Mi pare però che ci vogliano terrorizzare, ma non ho capito con quale obiettivo, ma sicuramente non per il nostro bene e la nostra felicità. Fatto sta che gran parte del popolo è terrorizzato sull’argomento, tanto da accettare qualunque cosa, basta che la dica in TV uno col camice bianco. Una volta mi sono inserito—su Facebook—in un dibattito sul tema e osai dire simpaticamente che il “tempo è sempre stato matto e ha sempre fatto come gli pareva”: mi hanno insultato, dicendo che se non capivo niente la colpa era soltanto la mia. Misteri della democrazia. Si rispetta il pensiero altrui solo se è conforme al proprio. E a me tutto questo fa tornare alla mente uno di quei buoni pensieri che Giovanni Guareschi metteva in bocca ai personaggi di don Camillo e che s’infilavano nel cuore dei lettori e là si fermavano spesso per germogliare e dunque, parafrasando: “pensiamo veramente che Dio abbia sbagliato nell’organizzare le cose dell’Universo?...” E pensiamo anche che la Providenza sia ormai andata in pensione e non funzioni più come ha fatto egregiamente saecula saecolorum? Popolo ingrato, hai perso la fede. Ergo:  ti fidi più dello sconosciuto dalla faccia falsa e con il camice bianco che di Dio e della Sua Provvidenza. E le preghiere? E le Sante messe? I voti? Le grazie? I miracoli? Non servono più a nulla? Non avendo io la fede di don Camillo, mi verrebbe da dire: popolo ingrato, meriti di avere tutto questo e di peggio. Ma lo penso solo e continuo a pregare per esso e per l'Italia. 

Il Pio

Buon Ferragosto

 


Nei giorni antecedenti il 15 agosto, avrò ricevuto o sentito almeno una cinquantina di "buon Ferragosto". Io avrei voluto dire a tutti che il Ferragosto non è niente, sono le ferie di Augusto, tempi pagani, e non serve allora scambiare gli auguri. Per noi cristiani il 15 agosto è la solennità della Assunzione di Maria al cielo. La nostra Mamma celeste per i suoi meriti è andata in paradiso in anima e corpo e la Chiesa questo lo considera un dogma di fede. Allora sì che valgono gli auguri in questa santo giorno. Gli auguri sono infatti, un desiderio di bene verso quello che li riceve. Secondo voi per richiedere il bene a una persona è meglio fare riferimento a Maria Santissima oppure all'Imperatore Augusto? Segno dei tempi. Brutto segno. Convertiamoci e stiamo sempre con Dio. Buona festa dell'Assunta ai miei tre lettori.

Il Pio 

Di sempre

 


Ormai quasi ogni settimana ci viene detto che è stata la giornata più calda di sempre. Che questa notizia sia una cavolata lo dice proprio il "di sempre": sappiamo noi che temperature c'erano il 23 giugno del 1315, oppure il 3 agosto del 750 a.C? No. Che sia una cavolata a tutto tondo, lo dimostrano le foto delle pagine dei giornali degli anni sessanta postate sui social che parlano dello stesso identico caldo di oggi. Ma noi dobbiamo essere spaventati, terrorizzati, come ai tempi del Covid. Un popolo terrorizzato, diviene docile e accetta tutto. Legge tutto. Crede a tutto. Intanto mettiamo sempre un filtro sulle notizie che sentiamo, il filtro della non onnipotenza e non onniscenza dei mezzi diinformazione e pensiamo che ogni tanto, un po' di malafede ce la mettono. E comunque vogliamo vedere il concetto oppressivo del "di sempre", recitato costantemente come un mantra, non è casuale-nulla oggi è casuale-e da qualche parte ci vuole portare: non certo in paradiso. Noi invece ci dobbiamo sempre ricordare che è in paradiso che dobbiamo andare. E con Gesù nel cuore vagliamo tutto e tratteniamo il buono. 

Il Pio 

Libertè, Egalitè, Fraternitè... e lavacri purificatori

 


Le Olimpiadi di Parigi sono, secondo me, l’anteprima di quello che sarà l’Europa di domani, naturalmente se si continua su questa strada. (In nome della Libertè) Odio alla Chiesa cattolica, si badi bene, non alle religioni o alla religione in generale, ma solo contro di Essa tutti possono vomitare il peggio, avendo pienamente il diritto di farlo. (In nome della Egalitè) I maschi basta che dicono che si sentono femmine, possono legittimamente massacrare di pugni le donne e possono concorrere con loro nelle altre gare sportive. (In nome della Fraternitè) Bisogna immergersi nel lavacro purificatore (la Senna) e solo così saremo tutti fratelli. Forse la mia è solo tanta tristezza nel vedere un mondo senza più Dio, e le mie “visioni” sono forse più psichiche che profetiche. Però è ora di alzare la mano e dire “no, no, no!”. Forse è ora di pensare alle cose serie.

Il Pio    


Un nuovo vitello d'oro




Lo dico solo come puro esempio. Accademico. Teorico. Mettiamo che il signor B in una trasmissione televisiva dicesse "io mi sento donna e dunque sono donna" nessuno nè della tv nè a casa avrebbe nulla da eccepire, anzi... Se il signor C dicesse pubblicamente "a me questo non pare normale", scoppierebbe un putiferio per giorni con dimissioni del conduttore. C sarebbe considerato razzista, omofobo e-perchè no?-pure fascista (che oggi non guasta mai) e si troverebbe contro tutti i giornali e i politici, costretto a fare pubblica ammenda, marchiato a vita. Eppure a ben vedere, B e C hanno espresso la loro libera opinione, il proprio sentimento: "io mi sento..." e "a me pare...". E siamo pur sempre in uno stato democratico con la libertà di opinione e di pensiero. Ma fanno così perché vogliono distruggere ogni minimo residuo di cristianesimo e di realtà. Ci vogliono distruggere. Vogliono costruire un mondo nuovo, ma brutto. Tremendo. Perchè senza Dio. Abbiamo visto nella superlaicissima Francia, Paese che ospita i giochi olimpici chi è il vero dio che questi vogliono: il vitello d'oro che richiama l'idolo della bibbia che il popolo ebreo si costruì per adorarlo,  mentre a Mosè Dio stava dando le tavole della legge. Il vitello d'oro vogliono adorare e i drag queen come suoi angeli. Facciamo attenzione perché a noi pochi cristiani prima degli islamici, ci faranno fuori i superlaicisti. Chi non si piegherà al loro dio, ai loro angeli e ai loro dogmi faticherà non poco a sopravvivere. Restiamo attaccati a Gesù soprattutto in questo periodo di nebbia e follia. 

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La realtà dell’assurdo


 Mi sembra di vivere come se fossi sul palcoscenico del Teatro dell’assurdo. Pensateci un attimo… “Le caratteristiche peculiari del Teatro dell'assurdo—si legge su wikipedia—sono il deliberato abbandono di un costrutto drammaturgico razionale e il rifiuto del linguaggio logico-consequenziale. La struttura tradizionale (trama di eventi, concatenazione, scioglimento) viene pertanto rigettata e sostituita da una successione di eventi priva di logica apparente, legati fra loro da una labile ed effimera traccia (uno stato d'animo o un'emozione), apparentemente senza alcun significato. Il Teatro dell'assurdo si caratterizza per dialoghi volutamente senza senso, ripetitivi e serrati, capaci di suscitare a volte il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi”. Si scardina così, ogni convenzione e regola teatrale, si capovolge ogni criterio di verosimiglianza e di realtà. Pensateci un attimo, ma non è questa la realtà in cui viviamo oggi? Realtà dell'assurdo, la potremmo chiamare. Ma gli esempi non li voglio fare: chi li immagina facilmente, non vuole vivere la vita su questo drammatico palcoscenico, chi non li immagina facilmente, significa che vuole fare volentieri da protagonista in questo Teatro e vuole anche che tutti ci facciano parte. Però la realtà non è assurda, non può essere assurda, la realtà la facciamo divenire noi assurda, essa è per concetto vera, essa è verità. E quando la realtà contraddice l'ideologia, tanto peggio per la realtà, diceva Hegel ed altri scrittori. E sappiamo tuti quali danni si ottengono seguendo l’ideologia. L’ideologia è per noi, povero popolo, una catena dalla quale non riusciamo a svincolarci, ma invece essa può spezzarsi se vogliamo. E noi cattolici sappiamo che Gesù è Via, Verità e Vita e per non passare la vita nella disumana e innaturale realtà dell’assurdo, a Lui dobbiamo tenerci. Per sempre.

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Il Re non è nudo.


"Il Re è nudo", disse nella favola un bambino, puro e semplice come i bambini. (Gesù ha detto che bisogna tornare bambini se vogliamo capire). Tutti allora se ne accorsero che davvero lo era. Nessuno oggi è più capace di gridare che il Re in effetti è nudo e non indossa sontuosi vestiti come invece pare a tutti. Ci stanno prendendo in giro, lui e la sua corte. Qui infatti, avvengono situazioni drammatiche e nessuno se ne cura. Abbiamo l'invasione islamica, e nessuno alza un dito. Vogliono mischiare i popoli, e nessuno proferisce parola. Abbiamo i potenti che vogliono ridurci di numero e impoverirci, e nessuno ci difende. I tiranni del mondo fomentano guerre e chi governa gli dà retta. Ci impongono un modo di ragionare unico e innaturale e nessuno si oppone. E se qualcuno provasse a dire che "il Re è nudo", cioè non è un essere superiore e onnipotente, invincibile, e si può contraddire se sbaglia, anzi sarebbe opportuno farlo, gli verrebbe risposto da tutti noi: "non è vero che è nudo, è superbamente vestito e dunque onnipotente, tu non capisci". La cosa che mi intristisce è vedere poi ogni giorno come per noi del popolo le preoccupazioni importanti sono: l'aeroporto dedicato a Berlusconi, quello che dice un politico e quello che dice l'altro,... Per noi infatti spesso la realtà corrisponde alla politica che è quanto di più irrealistico, fumoso, evanescente ci possa essere in Italia,  quando le nostre preoccupazioni non riguardano invece i vestiti delle influencer,  fatto ancora più evanescente. E fino a che noi ci scanniamo e litighiamo per i furbacchioni dei politici o per le furbissime influencer il dramma di cui sopra procederà inarrestabile. E noi prima o poi saremo schiacciati senza alcuna fatica dei potenti. Almeno proviamo a farli faticare un po' quei cattivi tiranni. Per far questo dobbiamo tornare a essere un popolo cristiano. Laddove il primo termine sia equivalente al secondo. Ad essere un popolo di bambini. Saremo così veramente liberi davanti a qualunque tiranno. E se dobbiamo morire, moriremo ma se la nostra vita è tutta per Gesù, un angolino di paradiso lo potremmo meritare. 

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Suicidio di un popolo.

 Ad una lezione di medicina legale il docente ci spiegò che i suicidi normalmente non avvengono di getto, (questi in genere sono compiuti da folli), ma sono meditati, premeditati, si scrive, si mettono a posto i vestiti... e sono sempre il frutto di una disperazione tremenda, tanto forte da vincere l'istinto stesso di sopravvivenza che è il più resistente di tutti. Ma fino a poco tempo fa si suicidavano solo le persone folli e/o disperate. Oggi si iniziano a vedere i suicidi di popoli interi. Quando infatti, cominciamo a sentire il desiderio di cancellare la nostra tradizione e la nostra cultura per non turbare quelli che vengono da fuori che non si turbano affatto, non intendono integrarsi assolutamente con noi e vogliono tenere intatta la loro cultura qui da noi, ecco questo è il sintomo che porterà al suicidio di un'intera nazione. Il minimo comun denominatore dei due tipi di suicidi è però sempre la follia e la disperazione. Un'Europa che ha voluto scacciare Dio persino dal preambolo della costituzione, si è votata alla disperazione e al suicidio. E l'angelo è passato e ha detto amen. Ma chi comanda e fa di tutto per organizzare il suicidio della propria nazione, quello che vuole veramente è eliminare Dio e Gesù dal mondo. E il popolo lo segue convinto. Non è questo un suicidio?

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“Piove, popolo ladro”


Prima di ogni elezione avvengono dei fatti misteriosi. Ogni volta i candidati che garantiscono di portare la pace nel mondo, di far cessare tutti i conflitti, di risanare l’economia, di sconfiggere la mafia, di dare soldi e lavoro a tutti,… anziché essere fischiati e insultati dagli elettori unanimi, vincono addirittura le elezioni, sono tutti votati e più è grossa la balla che raccontano e più voti prendono. Questo è un mistero! Anche perché quelli sono gli stessi che alle elezioni precedenti avevano promesso altri simili miracoli e prima ancora avevano fatto lo stesso… senza mai, ovviamente che nessun evento miracoloso venisse da loro creato nemmeno in piccola parte. La tipologia poi, delle promesse è identica sia se si tratta delle elezioni di un piccolo comune di montagna che per quelle del Parlamento europeo. E’ finito dunque il tempo del “Piove, governo ladro!” siamo giunti al “Piove, popolo ladro”, perché è un continuo lancio di accuse, da parte di quelli che abbiamo eletto, verso il popolo per il mancato rispetto delle regole dell’ecologia, della salute, del rispetto delle minoranze, … Se il mondo va male dunque la colpa è del popolo razzista e ingrato che inquina, non si vaccina, sporca, ha case no green,  pretende di capire cosa è "normale", respira ossigeno, vuole mangiare carne animale o addirittura pensare contro il senso comune che quelli ci hanno dato,… Cioè noi siamo gli scorretti e loro sono tutti Giusti. Poi cambiano talvolta i suonatori, ma la musica resta sempre quella dall’inizio della storia. La musica è sempre quella dei tempi del "Pi
ove, governo ladro", ma come sempre non la suoniamo noi, popolo meschino e puzzolente e non la suoneremo mai, visto i presupposti. Non c’è nessuno che ci rappresenta davvero, non c’è nessuno che pensa a noi. Ma è uno Stato serio questo? Possiamo cominciare a dire qualche volta anche: "no"? Possiamo considerarci un popolo raggirato e sottomesso? Ma noi siamo un popolo? La nostra identità su cosa si fonda? Un tempo il popolo italiano, divisissimo in tante frazioni, nazioni e territori, aveva la sua vera e concreta identità nella fede in Gesù Cristo, che univa tutto e tutti. Un tempo gli italiani erano profondamente e cordialmente cattolici. Possiamo riprovarci?

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Risposta non c'è...


C’è una domanda che da anni mi dilania, più di quella della scomparsa dei dinosauri e di quella se è nato prima l’uovo o la gallina. Mi chiedo infatti, ma come sempre senza risposta, com’è che la nostra classe politica e dirigenziale è composta da un numero spropositato di inetti, inconcludenti, inaffidabili, spesso fannulloni? Che si autoriciclano sempre uguali in saecula saeculorum, senza la minima mutazione genetica. Ovviamente, la precisazione è d’obbligo, non sono tutti così. Si è vero, ma un buon numero è davvero così, a voler tacere d’altro poi. I risultati del loro operato li conosciamo tutti, li vediamo tutti i giorni davanti ai nostri poveri occhi, purtroppo sempre coperti dalle fette… di partito. Pensate che se il 50% più uno fosse solamente normale, l’Italia sarebbe ai primi posti in tutte le classifiche. Perchè l'italiano è un popolo forte, capace, grande, simpatico, geniale, estroso, ma è guidato da costoro. Loro promettono tanto, ma—per lo meno dal nostro angolo visuale—non danno, non concludono nulla e lasciano il popolo nell’emergenza continua
. Poi è vero che quel popolo italiano nell’emergenza si sa orizzontare benissimo, ma non può essere una situazione ordinaria questa.Il brutto è che oltre allo Stato che si comporta così, c’è oggi anche la chiesa che, mai prima d’ora, ci sta facendo sprofondare tutti in una gravissima confusione (lo dico con le lacrime agli occhi). Anche qui, la precisazione è d’obbligo, non sono tutti così. Nel '68 a messa (!) si cantava "risposta non c'è" e questa sembra essere la risposta anche per tutte queste situazioni. E il problema è serio. Forse siamo arrivati già al “si savi chi può”. Siamo abbandonati a noi stessi. Cerchiamo allora di passare quanto prima alla fase successiva: dall’odierno “si savi chi può” al “Ci salvi chi può”. Chi ci può salvare è solo Dio, il Padre di Gesù, in Uno con lo Spirito Santo, Uno e Trino, attraverso la Mamma Celeste e come ci possiamo salvare è con la preghiera e i sacrifici. Ma anche sapendo di essere stati creati uomini liberi in un mondo che ci vuole tutti schiavi omologati al sistema. E ricordando quello a cui Gesù ci invita: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa (Luca 12,35)».

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Priorità


Secondo me c'è una confusione grandissima nei cristiani, quasi un viaggiare nella nebbia fitta, fitta e, non avendo punti di riferimento o guide da seguire,  si cambia direzione non appena si vede
 una luce o si sente un suono, senza più sapere se quella luce o quel suono conducano o meno in un burrone. A mio avviso abbiamo smarrito o dimenticato la priorità della nostra fede cattolica. Essa sicuramente non è: la Pace, la fratellanza universale, l'ecologia, il green, i migranti, la raccolta differenziata, la terra ai contadini, divertire i partecipanti alla messa, la scienza... il cattolico ha un' unica priorità da cui derivano tutte le altre. Ce la ricorda Gesù stesso  "il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". E il secondo è questo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Non c'è altro comandamento più importante di questo » (Mc 12,29-31). Questa è la nostra  priorità. Da questa e solo da questa, derivano le migliaia di strade, stradine, sentieri, viottoli che la fantasia e la creatività dell'uomo realizza.

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L’abito non fa il monaco


Se un uomo fa l’ “autista”, il “barista”, il “giornalista” oppure la “guardia”, perché non vuole essere chiamato “autisto”, “baristo” , “giornalisto” o “guardio” come le colleghe donne vogliono (giustamente) essere chiamate architetta, ingegnera, avvocatessa, arbitra,...? Giustamente, ripeto. Forse all’uomo, per come è fatto, più grossolano e superficiale che mai, mono-neurone, non interessano queste cose, non le vede nemmeno, minuzie che non capisce, mentre per le donne che hanno tutte una maggiore sensibilità (giustamente) la faccenda è invece interessante e forse è un punto di partenza. Il punto però non è la forma, perché non è con essa che si cambia la sostanza. I diritti delle donne che sono da sempre più compressi di quelli dell’uomo, non si cambiano con la forma rigorosa dei termini oppure con la ricerca dell’esattezza delle parole. Il mondo da sempre—ma mai come oggi—ha dato tantissimo peso alla forma e all’apparenza, quasi mai alla sostanza. Donde il detto: “l’abito non fa il monaco” che è stato puntualmente disatteso in saecula saeculorum. La ricerca accurata delle parole mi genera però qualche paura, perché mi suona come quella rivoluzione spietata che non vede niente e nessuno, copre tutto senza giudizio e tutto vuole spianare. Il Peppone di Guareschi diceva che le rivoluzioni si fanno anche con le parole. Nella Bibbia si legge “Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore» (1Samuele, 16,7)”. Se vogliamo che i diritti, la parità, l’umanità, l’educazione, la giustizia, il rispetto siano davvero effettivi e per tutti, davvero tutti, dobbiamo fare come il Signore consigliava di fare a Samuele: non guardare l'apparenza, ma il cuore, cioè dobbiamo vivere nel mondo avendo Dio per amico che ti parla, ascoltandoLo e guardando il cuore delle cose non l'apparenza. Come dire ci dobbiamo tutti convertire a Dio, tutti. Se l’idea piace, procediamo. Se l’idea non piace, teniamoci stretto questo mondo triste, formale, grigio. I frutti li vedremo in ogni caso

Il Pio


Domanda.

 


Ormai è sempre più incolmabile il divario fra cattolici tradizionalisti e cattolici progressisti. I primi vogliono la messa antica, liturgia intoccabile, il latino, i candelabri, in ginocchio, tabernacolo al centro, tutti rivolti verso di esso e assoluto silenzio. I secondi vogliono liturgia libera, celebrante protagonista e al centro, tabernacolo da una parte, benedizioni con le pistole ad acqua, canti dei Ricchi e Poveri, danze, salti e urla. I primi sono pochi. I secondi sono di più. Le due categorie di cattolici però quasi non si parlano, laddove non litigano proprio. Alla faccia dell'unità  auspicata da Gesù. Un punto di attrito tra i due è la comunione in bocca o nelle mani. Liturgicamente parlando entrambe sono ammesse. Ora i tradizionalisti dicono che la comunione in mano è un sacrilegio e che solo il sacerdote la può toccare. I secondi vogliono che questa debba essere obbligatoria per tutti, pure per i tradizionalisti, alcuni dicono per motivi di igiene.  Io sono per la comunione in bocca anche perché così ho fatto sin da bambino. Anche io sono convinto che la comunione vada presa, non in mano, ma in bocca possibilmente in ginocchio, diversamente per me sarebbe un sacrilegio. 

Domanda ai miei tre lettori.

Se il sacerdote e i ministri si rifiutano recisamente di darmi l'Eucaristia se non in mano, ritirandola se non metto le mani avanti, facendomi anche una faccia contrariata, cosa devo fare? Andarmene senza ricevere il Corpo di Cristo oppure obtorto collo allungare le mani sovrapposte? 

Io... obtorto collo, ma come in uno stato di necessità. 

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Ponti.


 Devo fare una premessa. Io, politicamente parlando sarei monarchico, precisamente per il papa re. Sono solo un illuso, lo so, un vecchio malinconico dei tempi che mai più potranno tornare: in piena utopia. Però non è un reato essere illusi o avere idee un po' sbilenche. Come dire: sono fatti miei, non do fastidio a nessuno, queste idee me le tengo per me. Ma penso che se chi governa sia uno che possa prendere le decisioni, abbia davanti tutta la vita e considerasse il popolo e lo stato come fossero un pezzo della propria famiglia e quasi  un onore il regnare, le cose potrebbero andare bene. Certo poi ti può capitare un re disgraziato  oppure un re santo, ma questo capita anche con la repubblica e la democrazia. Questa premessa solo per dire che io non sono nè di destra nè di sinistra. Per me queste fazioni sono uguali tra loro, una parte forse sa solo parlare meglio e l'altra meno, ma i risultati sono gli stessi. Gli ideali, pure. Le persone anche. Per capire cosa vorrei dire, faccio un esempio. Alcuni politici dicono che costruiranno un certo ponte che sarà storico per il quale tanti avranno lavoro e tutti avranno miglioramenti economici. Essendo io oltre che un pio illuso, anche un italiano, sono più che autorizzato a pensare che i lavori per la sua costruzione termineranno tra ottantacinque anni, con un costo aumentato del 5.000% rispetto al preventivato. Ci saranno morti, feriti, ma con i giri di appalti e subappalti sostenuti dai numerosi politici che si fionderanno sulla magiatoia, non accadrà nulla. Qualora fosse aperto, verrà infine chiuso dopo una settimana dall'apertura per pericolo di crollo. Io penso andrà così,  ma sicuramente mi sbaglio. Però per noi povero popolo quel ponte, non è al primo posto dei nostri desideri civici. Non chiediamo solo questo alla classe politica. Noi vorremmo poter passare per la Stazione Termini senza ricevere una coltellata. Vorremmo non avere i raggi X otto mesi dopo. Non vorremmo passare dodici ore al pronto soccorso. Vorremmo essere difesi se ci occupano l'appartamento. Vorremmo che i poveri vengano aiutati e i politici prendano meno soldi. Vorremmo che chi governa, governasse bene e per il popolo. Che le strade siano pulite, senza buche e con le strisce che si vedano. Che le aziende fossero aiutate a creare posti di lavoro. Che ci sia una burocrazia meno vorace. Che i politici dessero il buon esempio. Che le tasse siano sostenibili... Insomma noi ci accontentiamo di poco, di veramente poco. Ma loro pensano ai ponti storici. Ecco, questo volevo dire.

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Due mondi

Pensiamo un attimo a Giuseppe Garibaldi che, per la storiografia ufficiale, é stato un Padre della Patria e Eroe dei due Mondi, per quella non ufficiale, un macellaio, assassino e stupratore, sempre dei due Mondi. (Si può notare come lo stesso identico fatto storico, la vita di un cittadino, possa essere interpretato assai diversamente e, come una lettura di parte,  possa condizionare profondamente i nostri giudizi, senza sapere, ultimamente, come sia andato davvero quel fatto di cronaca). (La storia la scrivono sempre i vincitori). Chi oggi vorrebbe partire e dare la vita per Garibaldi a cui tutti i comuni d’Italia hanno dedicato una Piazza? Chi fonderebbe, oggi, un partito a suo nome? Eppure oggi ci sono ancora tante persone che partono e danno la vita per s. Francesco d'Assisi, s. Filippo Neri, s. Giovanni Bosco, santa Teresina,...  Anche questo è un fatto storico a cui possiamo dare un giudizio personale. Chi c'è dietro gli uni e chi dietro gli altri? Perché gli uni non reggono il tempo, mentre gli altri sì? A proposito di partiti, siamo ormai prossimi alle elezioni europee. Una numerossima schiera di nuovi eroi, molti dei quali senza nessuna esperienza nel mondo reale che però si autostima e autoconsidera Padre della Patria e dell'Europa (dunque, pure loro sono eroi dei due Mondi) ci si presenta e garantisce che riuscirà a migliorare addirittura l'universo. Ma sono sempre loro! Da decenni. Senza vergogna. Abbiamo visto cosa hanno nel cuore e quanto seguito hanno le loro promesse. La cosa peggiore è che noi ancora ci fidiamo di loro. Non fidiamoci di chi non ha Gesù nel cuore, perché vede solo se stesso. Il brutto che è quasi impossibile trovare ancora un cristiano serio, quello che almeno si fa il segno della croce passando davanti ad una chiesa, ma questi è quasi un'utopia trovarlo nel mondo della politica e se c’è,  non lo fanno muovere, se non segue le linee del partito. Cari tre lettori stiamo messi male. Lo Stato e l'Europa pare che ci odiano, che odiano il popolo. Anche in passato i cristiani non erano amati dal Potere, ma questo non significa che noi oggi ci dobbiamo nascondere. Possiamo ripartire dal fare il segno della croce passando davanti ad una chiesa. 

Il Pio 

Ultime parole…



Riporto le ultime parole di alcuni santi e che buon pro ci faccia.

«Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l'onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità. (San Pio V, papa, morto il 1 maggio 1572)».

«Dite ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso. (don Bosco, morto il 31 gennaio 1888)».

«Con accento dolcissimo, il Padre rispose: — Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna. Invitato a dire una parola alla vigilia della morte, la disse: — Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il rosario. (Padre Pio, morto il 23 settembre 1968)».

“La sua ultimissima preoccupazione sono stati i poveri; la vigilia della morte, facendo prendere un pacchetto dalla tasca della sua giacca, con la mano semiparalizzata, in una grafia quasi illeggibile scrive questo biglietto per un amico: «Ecco le iniezioni di Converso. La polizza è di Sappa. L’ho dimenticata, rinnovala a mio conto» (beato Pier Giorgio Frassati, morto il 4 luglio 1925).

Un tempo i cristiani avevano intuito che "Quando muore un santo è la morte che muore!”

Questa è la stoffa del cristiano. La santità. Questa sia anche la nostra stoffa.

Il Pio





Il deserto.

 

Nel deserto, se cammini senza bussola o senza punti di riferimento, giri in tondo e dopo un po’ ti ritrovi al punto di partenza e continui in tal modo, fino alla morte per inedia. Certo, ci sono le dune che possono essere riferimenti nel cammino, bene, ma le dune si spostano costantemente per il vento, pertanto non possono essere tali, anzi potrebbero peggiorare la situazione. Nella vita avviene lo stesso, se uno non si pone punti fermi, gira intorno a se stesso o comunque in tondo. Pure nella vita ci sono le "dune", ma anche qui sono variabili e mutevoli, proprio come il vento. Non è una robaccia religiosa questa, ma una questione squisitamente umana, tecnica, addirittura scientifica, valeva anche prima di Gesù e della Chiesa. E' una vera disgrazia. Non è una bella cosa cioè: perché così facendo non si va mai avanti nella vita o si resta sempre nella stessa “area”. Se uno non si dà riferimenti importanti fuori da se stesso resta sul medesimo punto, rimane come un bambino per sempre. Non migliora mai cioè, non cresce umanamente, rimane fino a cento anni sempre come un ragazzino, anche se in un corpo anziano di un famosissimo scienziato sei volte premio Nobel. Se infatti, sentite gran parte dei saggi, dei sapienti, dei Capi, dei vip, dei ricchi, dei calciatori… quando parlano al naturale, cioè spontaneamente, seguendo un loro pensiero personale, staccato dall’argomento di cui sono ottimi leader mondiali, vi accorgerete quanto essi (o gran parte di loro) siano piccini, gretti, chiusi, con una profondità, appunto, di un ragazzino di dodici anni (di oggi). Sembra che non siano mai cresciuti. Ho detto dei saggi e compagnia cantante, solo perché l’esempio calzava meglio, ma lo stesso capita anche ai poveri, operai e piccoli borghesi (appunto, è una cosa umana). La faccenda, per quanto naturale e scientifica, però fa male averla compagna di viaggio e non va assecondata. Ce ne dobbiamo liberare. Non possiamo vivere solo intorno a noi stessi, come fossimo—noi—misura di tutte le cose del mondo. Anche qui non è questione di religione, ma una questione squisitamente umana… Un uomo per vivere bene deve crescere e migliorare per tutta la vita. I punti di riferimento ne abbiamo tanti, la Patria, il Partito, la squadra di calcio, Dio. A seguire i primi tre, ogni tanto, qualche problema serio lo hanno portato, talvolta anche qualche disastro. A me è successo invece che avendo scelto Dio come punto di riferimento, centro della mia vita, ho avuto costantemente piccoli obiettivi da raggiungere e una vita quasi sempre in salita, con non pochi problemi sicuramente, ma anche meno attaccata alle cose, più lieta e meno preoccupata delle cose frivole e caduche, più umana. Posso dire in tutta sincerità che, per quello che ho vissuto finora, il punto di riferimento migliore è proprio Dio che tra l’altro non inganna, non delude, né termina mai. E mi viene da suggerire ai miei tre lettori con tutto il cuore “non staccatevi da Dio nemmeno un minuto della vostra vita e abbiate sempre fede in Lui”.


Il Pio

Vita e teoria


In Francia è stato messo recentemente nella costituzione. L'aborto. In Italia oggi è un tema esplosivo; deve essere un diritto inalienabile in capo alle donne, assoluto e soprattutto senza limiti. E chi la pensa diversamente è, come minimo, un borghese bigotto e degno di disprezzo. Dio nel mondo ha lasciato il libero arbitrio e ognuno può fare quello che vuole, di cui però dovrà rispondere un domani davanti al Suo tribunale, ma questo vale  solo per i credenti, chi non crede può stare tranquillo. Però la cronaca recente parla anche di Azzurra Carnelos mamma morta di tumore a 33 anni a Treviso dopo aver deciso di interrompere la chemio per far nascere il figlio. Di Feliciana Chimenti, con lo stesso sacrificio e la stessa vicenda di Azzurra. Di Chiara Corbella (proclamata Serva di Dio dalla Chiesa) anche lei malata di tumore che ha interrotto le cure per salvare il figlio e morta per permettere la sua nascita. Gianna Beretta Molla (proclamata santa dalla Chiesa) con la sua storia identica a quella delle mamme precedenti. A una teoria e a un'ideologia si può rispondere con un'altra teoria o un'altra ideologia, ma a una vita si può rispondere solo con una vita.

Il Pio 

«Ci condannano per il nostro attaccamento alla fede».

 


Di seguito vi metto un po’ di brevi stralci dagli scritti di Georges Bernanos (Parigi, 20 febbraio 1888 – Neuilly-sur-Seine, 5 luglio 1948) bravo scrittore cattolico francese. (Il Pio)

«Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo. L’idea che io mi faccio del popolo non è per nulla ispirata da un sentimento democratico. La democrazia è un’invenzione degli intellettuali, mentre il popolo esige il lavoro, il pane, e un onore che gli sia affine, che assomigli al suo lavoro e al suo pane […]. La società moderna lascia distruggere lentamente, in fondo alla propria cantina, una meravigliosa creazione della natura e della storia […]: È il popolo che dà a ogni patria il suo carattere originale. […] Per gli immensi cimiteri di domani non occorrerà alcuna giustificazione. Appiccherebbero il fuoco all’umanità per un colpo di Borsa, senza curarsi un istante di sapere come spegnerlo. Nulla sanno dell’uomo che, tra loro, definiscono una macchina per perdere o guadagnare soldi».

«La grande disgrazia del mondo non è di mancare di Verità; le verità ci sono sempre, il mondo ne ha sempre lo stesso cumulo, disgraziatamente non sa più servirsene o, per meglio dire, egli non le vede. Non vede nemmeno le più semplici, quelle che lo salverebbero. Non sa vederle, perché ha chiuso davanti a loro non la sua ragione, ma il suo cuore».

«Udita la sentenza una delle suore, nella sua semplicità, chiederà: «Signor Giudice, per piacere, cosa vuol dire fanatismo?». E il giudice: «È la vostra sciocca appartenenza alla religione». «Oh sorelle – dice allora la suora – avete sentito ci condannano per il nostro attaccamento alla fede. Che felicità morire per Cristo Gesù».

«Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire».

Maledetti!


Il discorso oggi è breve. So da sempre che un cristiano non può maledire nessuno. Ma, mi domando, se un sacerdote ha il potere di benedire, dovrebbe avere anche quello di maledire, come due facce della stessa medaglia. Nella Bibbia talvolta si parla di maledizioni. Una domanda vorrei allora porla: cosa meriterebbero quelli che stanno preparando la terza guerra mondiale per i loro perfidi e funesti scopi? Di essere maledetti, secondo me, ma non lo dico a voce alta. Allora, se non si può fare, va bene lo stesso, non lo facciamo, però almeno possiamo parlarne male? Senza fare giudizi sulle persone, si capisce, ma sulle opere che fanno reiteratamente, con pieno assenso e deliberato consenso, sì; perché è sulle opere che facciamo che Gesù ci giudicherà: “Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato… (Mt. 25, 31-46)”. Però una cosa la possiamo fare, restando lo stesso cattolici e io la faccio quotidianamente. Una cosa che potrebbe portare frutto se proviene almeno da una persona con un briciolo di fede. Preghiamo ogni giorno il Signore così: “Gesù, ti prego, oscura la mente e confondi le idee a tutti i perfidi e malvagi tiranni che, non volendo assolutamente avere Te nel loro cuore blindato, vogliono portarci verso la distruzione nostra e delle nostre città e soprattutto, vogliono cancellare per sempre il Tuo nome dal mondo. Amen”.

Il Pio

Colleghi precisini e con la puzza sotto il naso

 


Noi italiani ci flagelliamo da soli: «in Italia va tutto male», condito dalla frase «solo in Italia succede così». (Non so se tutto il mondo è davvero meglio di noi). In effetti le statistiche dicono questo, siamo su tutti i fronti, all’ultimo posto. Una cosa che per tutti è certa, è che non abbiamo senso civico. In effetti i colleghi stranieri, quelli precisini e con continuamente la puzza sotto il naso, sempre pronti a snobbarci e a vederci dall'alto in basso, come poveri e incivili cafoni ("italiano: pizza, spaghetti e mandolino"), loro, sono effettivamente molto più bravi di noi: rispettano le regole e non buttano mai in terra le carte, da loro i treni arrivano in orario, il welfare è straordinario, i servizi efficientissimi, tutti pagano le tasse e pagano persino il biglietto per salire in pullman, le strade sono pulite e addirittura l’immondizia non solo viene raccolta quotidianamente dappertutto, ma da essa generano energia e valore,… loro, ci sono avanti in tutto. Ma c’è un fatto: io non vorrei mai andare ad abitare a casa loro. Ma ora va fatta una precisazione: in una famiglia, se i genitori sono dei farabutti, disgraziati, i figli come potranno mai essere (almeno nella maggioranza dei casi)? Se essi crescono sulle sabbie mobili, non potranno che essere quanto meno senza equilibrio, se non addirittura delle canaglie arrabbiate con la vita. Così se in uno Stato chi comanda, comanda male e senza amore, fa costantemente danno, sperpera i soldi pubblici, non si interessa minimamente dei propri cittadini, ma li riempie di tasse esagerate, non capisce nulla, è borioso, in perenne campagna elettorale, pensando solo a poltrone ed amici,… il popolo, se vive perennemente sopra queste sabbie mobili, nemiche ed esose, come può essere? Pure lui, naturalmente, senza equilibrio e forse canaglia; dunque: butta le carte in terra e non paga il biglietto. Se lo Stato non fa lo Stato, cioè il motivo per cui esiste, i cittadini conseguentemente non fanno i cittadini, non fanno cioè il loro dovere, come reazione, forse illecita, ma naturale e comprensibile. Quando ci sarà un vero Stato, ci saranno naturalmente anche dei veri cittadini. D’altra parte questo è il concetto base del Contratto sociale che è una teoria politica che vede l'origine della società in un contratto tra governati e governanti che implica obblighi precisi per ambedue le parti, con tutte le conseguenze che vengono dunque accettate da entrambi. Ora poi, oltre alle già temibili sabbie mobili locali, si sono aggiunte anche quelle europee, forse più spaventose delle prime. Però l’italiano è un popolo buono, cordiale, simpatico, con innumerevoli qualità, ma si sente tradito, come da genitori egoisti e delinquenti, come vivesse senza un padre e senza una madre a cui guardare per vivere nella società. Gli italiani fino a poco tempo fa erano un popolo cattolicissimo (per questo su di loro si sono avventati famelici avvoltoi, per sbranarlo). Gli avvoltoi sono rimasti fino ad oggi e continuano a farlo a brani. L’unica reazione possibile, ora, è quella di tornare cattolici al 100%.

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Oggi sono in corso, tra le altre, due guerre spaventose. Una persona normale si potrebbe chiedere come può essere che anche nel XXI secolo ne possano scoppiare di così tremende col pericolo pure di un'escalation: siamo infatti civili e moderni, ci siamo finalmente liberati dalla religione e dalla morale (causa delle guerre), siamo tutti pacifisti e convinti laici e laicisti, tutti ci hanno sempre parlato di Pace come valore comune, di "mai più" e poi oggi c'è l'ONU, l'Europa... tutto e tutti per la Pace. Eppure le guerre scoppiano lo stesso come sempre, un motivo ci sarà che non certo risiede nel solo casus belli. Le guerre normalmente scoppiano a causa di poche  persone importanti e dei loro squallidi interessi e malvagie ideologie. Anche l'Italia è stata unificata nello stesso modo, almeno secondo una corrente di storici minoritaria. I Piemontesi conquistarono gli altri territori della Penisola senza nessuna dichiarazione di guerra, con massacri della popolazione inerme, con saccheggi e distruzioni e poi deportarono gli ufficiali e incarcerarono e uccisero quelli che si vollero ribellare. Così come fanno anche oggi. I Piemontesi scrissero la storia e santificarono i loro Padri della Patria e morte e oblio eterni a chi si era permesso di protestare; come faranno anche i vincitori delle guerre in corso. Considerando chi è che si trova oggi ai posti di comando, il coinvolgimento dell'Italia in una guerra maledetta, potrebbe non essere inverosimile. Noi non possiamo farci nulla, se non pregare Nostro Signore che, pur indegni come siamo, ci tolga questa croce. Ma anche questa preghiera comune, la vedo inverosimile per come stiamo messi: nessuno sa più come, Chi e cosa pregare. Ma soprattutto nessuno vuole pregare perché, moderni come siamo, riteniamo molto più efficace di Dio, un corno rosso, una formula magica, il sale, un mago col turbante e la sfera di cristallo... per noi un gesto scaramantico è più efficace di un segno di croce. Io vorrei fare mia, per dirla a tutti la frase di San Paolo: "ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede ".

Il Pio 

Sangre caliente!

Una notizia fuori dal coro è stata quella degli alluvionati spagnoli che hanno gettato il fango addosso ai reali al grido di “assassini”. E’...