Per esempio. Se dicessi che se continuano a entrare in
Italia tantissimi stranieri, questo potrebbe comportare, un domani, seri
problemi di ordine pubblico o sanitario… Un domani, ad esempio, quando gli
stranieri di fede islamica saranno in Italia un numero considerevole e
iniziassero a fare quello che si fa da sempre a casa loro, o volessero
cominciare la guerra santa contro noi infedeli e formare un califfato, questo
sarebbe un problema di ordine pubblico (a quel punto ormai irrimediabile)…
Oppure -come qualcuno peraltro ha già chiaramente scritto- l’ingresso di tanti africani potrebbe
comportare l’arrivo di malattie qui da tempo sconfitte, ma lì ancora pienamente
in corso, questo sarebbe un problema di ordine sanitario (a quel punto, non
facilmente risolvibile). Bene. Se però dicessi queste cose pubblicamente sarei
considerato un personaggio negativo. I cattolici mi accuserebbero di violare i
principi dell’ “accoglienza al migrante”, condito con la bellezza dell’apertura
all’ “altro che ci fa crescere”. I laicisti di violare tre dogmi: quello del “buonismo politico”, quello del
“politicamente corretto” e quello del “cattolico adulto” condito tutto con la
bellezza di una società “multiculturale”. Così facendo i problemi, non
potendoli dire fino in fondo, in tutte le loro sfaccettature, violando i principi non negoziabili del politicamente corretto, non si risolveranno mai. E in Inghilterra girano
persone che sulla maglietta portano fieramente la scritta “2050” cioè l’anno in
cui i musulmani lì saranno la maggioranza. E in Italia a scuola non si
festeggia il Natale e non si mangia il prosciutto, per non turbare i ragazzi di altre religioni.
Il problema è serio. Come si può risolvere? Non lo so. Ma io faccio l’impiegato in
un’azienda commerciale, non faccio il ministro o il parlamentare. A me
competono certe mansioni che cerco di svolgerle al meglio e se posso di più. A
chi ci comanda spetta il sacro dovere di proteggere e difendere realmente il
popolo e di migliorare la sua situazione, costi quel che costi. Quello che temo
però è che non verranno mai presi seri provvedimenti, dal momento che politica
è dire e non fare: perché fare significa comunque sbagliare, non fare significa
comunque non sbagliare. E quando succede quello che non doveva succedere, è
sempre colpa del precedente Governo che non ha pensato a risolvere il problema.
E così si può andare avanti per anni e anni.
I problemi vanno affrontati subito da chi ha il dovere di
farlo, senza aspettare che il tempo passi o che lo facciano altri o che si
risolvano da soli. E che deve essere abrogato finalmente il politicamente
corretto, anche in casa cattolica. Dunque: a ciascuno il suo. La politica
risolva questo problema, senza però agire da politici. Alla gente normale resta
invece il dovere di aiutare queste persone o comunque di non farsi prendere da
idiote ideologie razziste. Ai cattolici, lasciando perdere i concetti astratti
dell’altro che ci fa crescere e dell’accoglienza al migrante che significano
davvero poco, frasi fatte, spetta come compito, oltre a quello dell’aiuto
concreto, anche quello di voler loro bene come ci ha insegnato Gesù. Ma
soprattutto resta il dovere e l’onore di manifestarsi apertamente cristiani,
cioè uomini di Gesù, legati a Lui e pronti a dare la vita per Lui. Di far
vedere che viviamo per Lui e facciamo tutto per Lui. Che abbiamo voglia e
interesse a testimoniarLo a tutti, perché tutti si convertano a Lui, in quanto
questo è di certo un di più per tutti. E senza rispetto umano, come Pier
Giorgio, far sapere che il mondo è bello e vivibile solo se c’è Gesù nei cuori
di ognuno, e che non è vero che un dio vale l’altro e che basta che si creda in
qualcuno. E che -sempre come diceva il nostro patrono- bisogna “vivere e non
vivacchiare … perché siamo gli unici che possediamo la Verità”.
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