Anche io voglio essere ultra!

 


Caro me stesso,
negli ultimi giorni siamo stati sommersi da dibattiti e discussioni scaturite dalle frasi che 
avrebbe detto durante un grande concerto, un cantante pieno di tatuaggi, la cui moglie fa quel nuovo e complesso lavoro per cui basta indossare i pedalini e arrivano i soldi. Ognuno pensa quello che vuole ovviamente, può dispiacere ma in democrazia è così (in vero, non è sempre così, soprattutto per una certa parte). Una delle frasi che sono state attribuite al cantante è quella di aver dato (anche) dell'ultracattolico a un tizio perchè sulla famiglia e l'aborto la pensa come vuole lui, (ancora, dunque) senza violare le leggi, (ancora, dunque) coperto dall'ala protettrice della democrazia di cui sopra. (Innanzitutto non credevo che solo il cattolicesimo avesse gradi: arrivati a un certo livello prima vai bene, sei libero di pensare e addirittura di parlare in pubblico, sopra quella linea invece sei "ultra" non devi pensare, non devi parlare, sei solo da disprezzare da tutti). A dire la verità vedersi appiccicato addosso quell'aggettivo, per me sarebbe stato un grande complimento e nei sarei stato proprio fiero; il fatto di non averlo mai ricevuto da nessuno, mi fa pensare a male per la mia vita e un po' preoccupare. Io non voglio essere un cattolico del mondo, come vuole il mondo, che si adatta al mondo, ma uno tale al 100% che non giunge a compromessi, anche a costo della propria vita: io cerco la santità e spero di convertire quante più persone possibile, con la Grazia di Dio. Io, con la Grazia di Dio, chiedo di andare in Paradiso e vorrei portarci tantissime persone insieme a me. Insomma io desidero divenire ultracattolico! Di più, se fosse possibile. E spero di essere così almeno prima della fine della mia vita. La questione che vi sto raccontando non è poi così di lana caprina, come potrebbe apparire: non siamo nell'ambito del gossip, oppure del commento, della critica, delle battute giuste in un dibattito socio-politico.La questione è molto, ma molto più importante e riguarda la nostra vita presente e soprattutto quella eterna. Nel libro dell'Apocalisse sull'argomento non si scherza mica: «Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. (Apocalisse 3,15-16 Lettera alla chiesa di Laodicea)».

Il Pio

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