«Volete
essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo. Dovreste
credere alla penitenza, ma voi credete alla felicità dei tempi nuovi. Dovreste
parlare della Grazia, ma voi preferite parlare del progresso umano. Dovreste
annunciare Dio, ma preferite predicare l’uomo e l’umanità. Portare il nome di
Cristo, ma sarebbe più giusto se portaste il nome di Pilato. Siete la grande
corruzione, perché state nel mezzo. Volete stare nel mezzo tra la luce e il
mondo. Siete maestri del compromesso e marciate col mondo. Io vi dico: fareste
meglio ad andarvene col mondo ed abbandonare il Maestro, il cui regno non è di
questo mondo». E’
quanto diceva sant’Atanasio a chi voleva accettare un compromesso nella
dottrina cattolica. Siamo intorno al 360 anche se quella frase sembra precisa anche
per il nostro periodo. L’epoca in cui visse sant’Atanasio fu di grande crisi
della ortodossia, cioè della Dottrina autentica. In quel periodo la Verità cattolica rischiava di scomparire. In
tale contesto, sant’Atanasio non si piegò. Per quasi mezzo secolo rimase solo a
difendere la purezza della Dottrina e della Fede autentica in Gesù Cristo. Fu
vescovo per ben 46 anni: 46 anni di lotta contro l’eresia ariana e contro gli
ariani. Nel Concilio di Nicea fu solennemente proclamata la Fede nella Divinità
di Cristo in quanto consustanziale al Padre. Fu lì che fu stabilita la
definizione per intendere l’uguaglianza del Figlio con il Padre: homoousius,
che vuol dire “della stessa sostanza” cosa che gli Ariani rifiutavano recisamente.
Il comportamento degli ariani di quel tempo è indicativo per capire quanto le
vicende che toccarono a sant’Atanasio siano straordinariamente attuali.
Sant’Ilario di Poitiers (315-367) racconta che gli ariani ebbero sempre la
scaltrezza di rifiutare ogni scontro dogmatico in merito alla questione della
natura di Gesù perché sapevano che le loro tesi non potevano essere fondate
sulla Tradizione né sul Magistero definito. Si limitavano a fare ciò che
solitamente fa chi non sa controbattere in una discussione: invece di
rispondere sugli argomenti, calunnia. La discussione dottrinale veniva spesso
trasformata in conflitto su questioni personali. Il povero sant’Atanasio fu
accusato delle più grandi nefandezze: di aver imbrogliato, di aver violentato
una donna, di aver ucciso, di minare all’unicità della Chiesa. Una tecnica che
non passa mai di moda. D’altronde il
demonio è sempre lo stesso e ha sempre la stessa monotona fantasia. Essi operarono
anche con grande astuzia. Occuparono quante più sedi episcopali e poi
lanciarono quello che successivamente è stato definito come semiarianesimo. Essi
diffusero la necessità di sostituire il termine “homoousion”, con il termine “homoiousion”.
Una sola lettera di differenza, ma cambiava tutto. Infatti homoousion significa
“della stessa sostanza”, homoiousion significa “simile in essenza”. Traducendo
si capisce quanto la differenza non sia di poco conto. Tuttavia molti vescovi
si lasciarono convincere da questo compromesso terminologico, che era un puro e
grave cedimento sulla Dottrina,
sant’Atanasio tenne fermo, resistette come un leone. Subì l’esilio per
almeno cinque volte, ma non cedette. Molto tempo il nuovo papa Damaso capì che
sant’Atanasio aveva ragione e lo riabilitò. Sant’Atanasio morì il 2 maggio del
373. A difendere la Fede —in quel periodo— ci fu solo lui e una piccola
comunità. E solo loro seppero mantenere accesa la luce della fede. E’ pure significativo
che colui che combatté da solo contro l’eresia ariana, non fu mai un teologo. Ario,
invece, raccoglieva grande consenso per la sua grande preparazione biblica e
teologica. Era insomma come tanti teologi che oggi vanno per la maggiore nei
dibattiti, nelle prime pagine dei quotidiani e nei talk-show televisivi.
Atanasio però sapeva quanto qui stesse l’insidia del demonio. Nella sua celebre
Vita di Antonio egli riporta un insegnamento del suo grande maestro: « [...] i
demoni sono astuti e pronti a ricorrere ad ogni inganno e ad assumere altre
sembianze. Spesso fingono di cantare i salmi senza farsi vedere e citano le
parole della Scrittura. [...]. A volte assumono sembianze di monaci, fingono di
parlare come uomini di fede per trarci in inganno mediante un aspetto simile al
nostro e poi trascinano dove vogliono le vittime dei loro inganni ».
La vita di Sant'Atanasio ci possa dare a tutti quel coraggio, quel fervore e quella passione per Gesù e per la Sua Chiesa di cui oggi ha proprio bisogno il mondo.
(Stralci presi
dal testo di Corrado Gnerre, http://www.santiebeati.it/).
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