Anni fa mi ero messo in testa di leggere la Bibbia. Era
successo che avevo incontrato per la strada un Testimone di Geova. Allora ero
giovanissimo e poco sapevo della Scrittura, delle questioni di fede, delle
differenze... Poco conoscevo della materia, ma come per istinto sapevo che era
bene restare nella Chiesa, senza sapere il perché e il per come e così navigavo
a vista. Per questo sarebbe bastata una piccola “spintarella” (una ragazza
carina, un amico forte…) per mandarmi fuori strada e perdere tutto. Il mio
carattere infatti non è tanto forte e la mia fede debolissima, non so quale
santo mi ha tenuto la mano sopra la testa fino a oggi: lo devo ringraziare per avermi
conservato cattolico. E poi quanto sono importanti gli amici buoni, quelli disposti anche a
trattarti male per non farti cedere, quelli che ti vengono a cercare quando ti
sei perso, quelli che ti richiamano all’essenziale, anche a costo di vedersi
insultati e maltrattati… quanto è impostante una compagnia di amici così…
quanto sarebbe bello se tutti avessero una compagnia buona. Ma riprendiamo il
discorso di prima.
Quel giovane Testimone di Geova dalla faccia simpatica mi
fermò per la strada e mi disse che studiava le sacre scritture per due ore al
giorno. E che da nessuna parte del Testo sacro c’era scritto che Gesù fosse
Dio, quindi era una invenzione della Chiesa, (quindi: che restavo a fare in
essa se è mentitrice?).
La tattica è sempre quella di mettere prima il dubbio
nel cuore delle persone e aperta una breccia, entrare facilmente. E il dubbio
mi era venuto davvero e esso mi lacerava. Caso volle che
quel giorno era una domenica e stavo andando a messa. E proprio in quella messa
il vangelo spiegava che Gesù e il Padre erano la stessa cosa. Capì che la
situazione era seria e che dovevo prepararmi per non cadere più nel dubbio. E
così, con questo spirito, iniziai a leggere la Bibbia. Non la riuscì a finire, ma non rimasi
sprovveduto come prima. Non volevo più cadere. Volevo restare nella Chiesa.
E quell’ Angelo gli disse « adesso so… ». Adesso, non
prima. E compresi che spesso il Signore fa così con noi, ci fa passare
attraverso certe strade dure e incomprensibili, che secondo noi non meritiamo
di percorrere, perché vuole sapere (e farci sapere) che fede abbiamo che amore
abbiamo. Dopo, al termine, se siamo restati fedeli nonostante tutto, ci dice
« adesso so! ». Adesso, non prima.
La nostra libertà significa anche questo:
-come dice Peguy- ci dobbiamo conquistare da soli gli speroni da cavaliere. La
nostra vita ci mette spesso dinnanzi a prove che non capiamo... Adesso, non
prima.
Il Pio
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