Parlare di Dio, sì, è il nostro primo dovere, la nostra felicità. Noi sappiamo che il pensiero moderno si professa ateo, cioè senza Dio, in certe sue istanze ufficiali; e sappiamo che proprio da questa posizione negativa comincia la notte dell’uomo: se la negazione di Dio sta alla radice dell’intelligenza e sta al vertice del cuore umano, la luce, la logica del pensiero non regge più; l’essere, la vita, manca della sua suprema ragione d’esistere.
Noi invece sappiamo che Dio c’è! e che senza di Lui noi non possiamo veramente ragionare, né avere un plausibile concetto dell’ordine e del bene; un motivo per pregare, per amare.
Anzi noi crediamo in Dio. Questa certezza sorregga il nostro cammino nel tempo, nel lavoro, nella gioia e nel dolore; nella vita e nella morte”.
(Sua Santità Paolo VI, all’Angelus Domini del 21 maggio 1978, Piazza San Pietro)
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