Aprite la TV e ascoltate un telegiornale. Dalla mattina fino a notte il giornalista parla di politica per almeno 20 minuti e non ci dice niente di nuovo (anzi, proprio senza il “di nuovo”). Poi si viene a sapere di un numero crescente di persone, coi soldi pubblici, finanziano i propri capricci. E la domenica mattina presto, sempre in TV, già trovate politici che litigano e si insultano, non si sa su quale argomento del giorno (tanto litigano su tutto, a prescindere). E questo avviene in TV.
Dietro lo schermo troverete invece numerose
imprese costrette a chiudere, un numero sempre più alto di gente senza lavoro,
città allagate perché chi deve non fa, cittadini che abitano in zone invase da
stranieri criminali, comunque senza servizi decenti, abbandonate a se stesse
dallo Stato… In mezzo troverete un’altissima percentuale di tasse da
pagare (percentuale che nonostante le promesse dei vari Pinocchio che si
susseguono, si alzerà ancora). Questa è la cronaca dei fatti. Allora: chi ci
salverà? Nessuno (se non interviene direttamente Nostro Signore, ma sempre meno
persone Lo prega e Gli vuole bene).
Anni fa, quando parlavo di questi argomenti
ventilavo sempre una speranza finale, sostenendo che se i cattolici facessero
quello che dovrebbero fare, se il popolo fosse educato bene da buoni maestri,
tutto, prima o poi, sarebbe cambiato. Ora mi devo ricredere. E come non
ricredersi vedendo come molti cattolici siano sempre più attratti dal
“modernismo”? Non è vero? Va bene, facciamo gli esempi allora, ma non vi
offendete. Recentemente un’Associazione cattolica nazionale giovanile
(famosissima e piena zeppa di giovani) ha chiesto formalmente alla Chiesa
di “mettersi in discussione” (sic!) e di aprirsi “alla convivenza, al
divorzio e alle coppie omosessuali”. Alcuni Cardinali, con i dovuti modi e
termini, certamente nel rispetto del diritto canonico e dicendo le cose
correttamente, hanno però di fatto messo in discussione la Dottrina della
Chiesa, (anche su punti che peraltro sono chiarissimi nel Vangelo in quanto sanciti
da Gesù stesso), creando con ciò dubbi e perplessità nel popolo di Dio,
sconcerto e forse anche “scandalo” (che, nel Catechismo, è un comportamento che
può indurre altri al peccato). Qualche tempo fa la TV nazionale dei
Vescovi aveva invitato un noto transessuale, noto anche per le idee molto
distanti dal pensiero cattolico, anzi detrattore proprio della Chiesa, a
commentare le notizie del giorno (intervista poi annullata, last minute) e così
dopo la Coroncina della divina misericordia e quella del rosario da Lourdes, “i
vescovi” ci volevano proporre la “benefica” corona dell’ideologia gender, non
si sa però con quali benefici… E’ vero o no che in tutto questo c’è qualcosa
che non va?
Cos’è questo accordo sempre più stretto tra
“mondo” e “cattolici”, laddove proprio Gesù ci dice di essere “nel” mondo, ma
non “del” mondo? Cos’è questa voglia di aprire brecce su un muro che ha retto
per duemila anni all’urto di ogni follia umana? Non si capisce bene, c’è molta
nebbia (soprattutto in molti cervelli!), ma qualcosa è in corso e la puzza di
zolfo sembra sentirla salire alle narici. E chi ha a cuore la Chiesa e chi
vuole bene a Gesù, deve stare in allerta perché il rischio di confondersi e
perdere la strada, ora è altissimo. Il pericolo poi, con la nebbia, è anche di
non vedere più l’ingresso della famosa “porta stretta” che ci diceva Gesù, per
indicare com’è l’ingresso per andare in Paradiso. Ma la paura maggiore invece è
che quella puzza di zolfo la sentiremo sempre più forte.
Si parlava di brecce aperte sul muro. Ma quando
si apre una breccia, solitamente può entrare di tutto: qualunque concetto,
qualunque idea, qualunque ideologia perniciosa o meno; senza un muro solido che
trattiene tutto, tutto entra liberamente e “infetta” tutti quelli che sono
rimasti dentro, poi la “moda” passa, ma l’infezione persiste ancora per
tantissimo tempo. Spesso con l’apertura di brecce sul muro l’intenzione in
buonissima fede è quella di raggiungere le persone “al di fuori”, però spesso accade
che queste non entrano, ma nel frattempo escono dalla stessa breccia quelli che
da sempre e fedelmente stavano dentro (scandalizzati e delusi). Non è un bel periodo questo e non parlo
solo della crisi economica. “Piccolo gregge”. Ecco, facciamo di tutto per
restare nel “piccolo gregge” degli amici stretti di Gesù, fedeli sino alla
fine, fino all’ultimo giorno, fino all’ultima goccia di sangue. Nel piccolo
gregge, cerchiamo di restarci sempre fino alla fine della nostra vita, costi
quel che costi. Così che, alla fine, potremmo felicemente dire con San
Paolo “ho combattuto la buona battaglia, ho mantenuto la fede”.
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