I brocchi

Io, come i miei tre lettori sanno, politicamente parlando, sarei monarchico: nè di destra, nè di sinistra, nè di centro, dunque sono non super partes, ma sub partes, sotto le parti. Cioè, posso parlare senza timore di offendere qualcuno. Penso infatti che se uno Stato è governato da chi ritiene la cosa pubblica come cosa di famiglia, che può decidere, che vuole bene al popolo,... penso che le cose funzionerebbero meglio. Certo la realtà ci insegna l'esistenza di tanti Re spietati macellai e dittatori, ma anche di Re buoni, amati dal popolo. Cosa che non succede mai con i Governi repubblicani: non abbiamo mai avuto infatti, Governi buoni, con quelle caratteristiche, perché da noi il meglio di tutti è il meno peggio. 

Nella Chiesa le cose sono diverse perchè Gesù non l'ha voluta democratica, ma l'ha fondata su uno solo, Pietro. (Pietro che peraltro lo ha rinnegato per paura) Non ha cioè, voluto a governare la Chiesa un collegio democratico di apostoli, ma solo un Pontefice. E il Papa di oggi è il successore di san Pietro. Perchè allora vogliamo farla diventare democratica? La Chiesa non è uno Stato che si può scegliere da solo la forma migliore di governo, la Chiesa non è degli uomini, ma è di Dio e noi abbiamo il compito non facile, di mantenerla come Dio l'ha voluta e la vuole. E poi siamo sicuri che una volta resa democratica, poi essa sia meglio di ora? Il rischio così è che la gente che sta fuori non entra e quella che sta dentro esca, come diceva San Pio X. Ma i democratici nella Chiesa purtroppo, non vogliono solo democratizzarla, ma vogliono anche adeguarla al mondo, adeguare le preghiere, adeguare la dottrina e il catechismo alle tremende follie moderne e nel contempo abrogare anche la Sua Tradizione bimillenaria. Cari tre lettori: tiriamo fuori il rosario: c'è da pregare per la Chiesa e per i sacerdoti. E poi noi non siamo dei purosangue, ma semplici brocchi e si sa, se non corrono i purosangue devono correre i brocchi. Corriamo allora. 

Il Pio     

Sangre caliente!



Una notizia fuori dal coro è stata quella degli alluvionati spagnoli che hanno gettato il fango addosso ai reali al grido di “assassini”. E’ difficile che il popolo “sbotti”, ma quando ciò avviene significa solo due cose: che non ne può più e che ha il sangue nelle vene, o meglio, in spagnolo, ha il sangre caliente. Delle due a noi manca di sicuro il sangre caliente. Sangue caldo che noi italiani un tempo avevamo in abbondanza, ma che abbiamo abbandonato insieme alla fede. Da noi, infatti le proteste sono monotone, quasi sempre omologate, sempre quelle, stessi slogan, stessi cartelli, i soliti scontri,… una tristezza! Si fanno solo cortei contro il Governo. Mai, dico mai, una volta che si organizzi, ad esempio, una protesta contro l’opposizione (perché no?) che, sia di destra che di sinistra, ne combina di tutti i colori. Una volta, se ricordo bene, tanti anni fa, i Verdi all’opposizione votarono a favore della riapertura di una centrale nucleare (!), solo perché la maggioranza al Governo voleva mantenerne la chiusura. Ed oltre a vedere bene una protesta contro l’opposizione (e di motivi ne avremmo a iosa), vedrei ottimamente anche una bella contestazione popolare e massiccia contro tutti i politici e la politica perché ne combinano di cotte e di crude, sempre a danno dei cittadini, tra l’altro disinteressandosi altamente della vita di questi, visti solo come schede elettorali. Cittadini che da parte loro, si muovono solo se qualcuno gli paga e gli organizza i pullman e il pranzo. Cittadini che non dicono più nulla se non unicamente quanto di più scontato e di più grigio politicamente corretto ci sia sul mercato
. E noi cristiani ci dobbiamo ricordare di avere un Capo che, mosso da sacro zelo e da santo sdegno, ha preso a male parole e a frustate chi aveva trasformato il Tempio di Dio in un’orgia. Voglia il Cielo allora che a noi italiani torni il sangre caliente abbandonato da qualche parte per un piatto di lenticchie. E questo non solo per l’Italia, ma anche per la Santa Chiesa.

Il Pio