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Vita e teoria


In Francia è stato messo recentemente nella costituzione. L'aborto. In Italia oggi è un tema esplosivo; deve essere un diritto inalienabile in capo alle donne, assoluto e soprattutto senza limiti. E chi la pensa diversamente è, come minimo, un borghese bigotto e degno di disprezzo. Dio nel mondo ha lasciato il libero arbitrio e ognuno può fare quello che vuole, di cui però dovrà rispondere un domani davanti al Suo tribunale, ma questo vale  solo per i credenti, chi non crede può stare tranquillo. Però la cronaca recente parla anche di Azzurra Carnelos mamma morta di tumore a 33 anni a Treviso dopo aver deciso di interrompere la chemio per far nascere il figlio. Di Feliciana Chimenti, con lo stesso sacrificio e la stessa vicenda di Azzurra. Di Chiara Corbella (proclamata Serva di Dio dalla Chiesa) anche lei malata di tumore che ha interrotto le cure per salvare il figlio e morta per permettere la sua nascita. Gianna Beretta Molla (proclamata santa dalla Chiesa) con la sua storia identica a quella delle mamme precedenti. A una teoria e a un'ideologia si può rispondere con un'altra teoria o un'altra ideologia, ma a una vita si può rispondere solo con una vita.

Il Pio 

«Ci condannano per il nostro attaccamento alla fede».

 


Di seguito vi metto un po’ di brevi stralci dagli scritti di Georges Bernanos (Parigi, 20 febbraio 1888 – Neuilly-sur-Seine, 5 luglio 1948) bravo scrittore cattolico francese. (Il Pio)

«Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo. L’idea che io mi faccio del popolo non è per nulla ispirata da un sentimento democratico. La democrazia è un’invenzione degli intellettuali, mentre il popolo esige il lavoro, il pane, e un onore che gli sia affine, che assomigli al suo lavoro e al suo pane […]. La società moderna lascia distruggere lentamente, in fondo alla propria cantina, una meravigliosa creazione della natura e della storia […]: È il popolo che dà a ogni patria il suo carattere originale. […] Per gli immensi cimiteri di domani non occorrerà alcuna giustificazione. Appiccherebbero il fuoco all’umanità per un colpo di Borsa, senza curarsi un istante di sapere come spegnerlo. Nulla sanno dell’uomo che, tra loro, definiscono una macchina per perdere o guadagnare soldi».

«La grande disgrazia del mondo non è di mancare di Verità; le verità ci sono sempre, il mondo ne ha sempre lo stesso cumulo, disgraziatamente non sa più servirsene o, per meglio dire, egli non le vede. Non vede nemmeno le più semplici, quelle che lo salverebbero. Non sa vederle, perché ha chiuso davanti a loro non la sua ragione, ma il suo cuore».

«Udita la sentenza una delle suore, nella sua semplicità, chiederà: «Signor Giudice, per piacere, cosa vuol dire fanatismo?». E il giudice: «È la vostra sciocca appartenenza alla religione». «Oh sorelle – dice allora la suora – avete sentito ci condannano per il nostro attaccamento alla fede. Che felicità morire per Cristo Gesù».

«Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire».

Maledetti!


Il discorso oggi è breve. So da sempre che un cristiano non può maledire nessuno. Ma, mi domando, se un sacerdote ha il potere di benedire, dovrebbe avere anche quello di maledire, come due facce della stessa medaglia. Nella Bibbia talvolta si parla di maledizioni. Una domanda vorrei allora porla: cosa meriterebbero quelli che stanno preparando la terza guerra mondiale per i loro perfidi e funesti scopi? Di essere maledetti, secondo me, ma non lo dico a voce alta. Allora, se non si può fare, va bene lo stesso, non lo facciamo, però almeno possiamo parlarne male? Senza fare giudizi sulle persone, si capisce, ma sulle opere che fanno reiteratamente, con pieno assenso e deliberato consenso, sì; perché è sulle opere che facciamo che Gesù ci giudicherà: “Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato… (Mt. 25, 31-46)”. Però una cosa la possiamo fare, restando lo stesso cattolici e io la faccio quotidianamente. Una cosa che potrebbe portare frutto se proviene almeno da una persona con un briciolo di fede. Preghiamo ogni giorno il Signore così: “Gesù, ti prego, oscura la mente e confondi le idee a tutti i perfidi e malvagi tiranni che, non volendo assolutamente avere Te nel loro cuore blindato, vogliono portarci verso la distruzione nostra e delle nostre città e soprattutto, vogliono cancellare per sempre il Tuo nome dal mondo. Amen”.

Il Pio

Colleghi precisini e con la puzza sotto il naso

 


Noi italiani ci flagelliamo da soli: «in Italia va tutto male», condito dalla frase «solo in Italia succede così». (Non so se tutto il mondo è davvero meglio di noi). In effetti le statistiche dicono questo, siamo su tutti i fronti, all’ultimo posto. Una cosa che per tutti è certa, è che non abbiamo senso civico. In effetti i colleghi stranieri, quelli precisini e con continuamente la puzza sotto il naso, sempre pronti a snobbarci e a vederci dall'alto in basso, come poveri e incivili cafoni ("italiano: pizza, spaghetti e mandolino"), loro, sono effettivamente molto più bravi di noi: rispettano le regole e non buttano mai in terra le carte, da loro i treni arrivano in orario, il welfare è straordinario, i servizi efficientissimi, tutti pagano le tasse e pagano persino il biglietto per salire in pullman, le strade sono pulite e addirittura l’immondizia non solo viene raccolta quotidianamente dappertutto, ma da essa generano energia e valore,… loro, ci sono avanti in tutto. Ma c’è un fatto: io non vorrei mai andare ad abitare a casa loro. Ma ora va fatta una precisazione: in una famiglia, se i genitori sono dei farabutti, disgraziati, i figli come potranno mai essere (almeno nella maggioranza dei casi)? Se essi crescono sulle sabbie mobili, non potranno che essere quanto meno senza equilibrio, se non addirittura delle canaglie. Così se in uno Stato chi comanda, comanda male e senza amore, fa costantemente danno, sperpera i soldi pubblici, non si interessa minimamente dei propri cittadini, ma li riempie di tasse esagerate, non capisce nulla, è borioso, in perenne campagna elettorale, pensando solo a poltrone ed amici,… il popolo, se vive perennemente sopra queste sabbie mobili, nemiche ed esose, come può essere? Pure lui, naturalmente, senza equilibrio e forse canaglia; dunque: butta le carte in terra e non paga il biglietto. Se lo Stato non fa lo Stato, cioè il motivo per cui esiste, i cittadini conseguentemente non fanno i cittadini, non fanno cioè il loro dovere, come reazione, forse illecita, ma naturale e comprensibile. Quando ci sarà un vero Stato, ci saranno naturalmente anche dei veri cittadini. D’altra parte questo è il concetto base del Contratto sociale che è una teoria politica che vede l'origine della società in un contratto tra governati e governanti che implica obblighi precisi per ambedue le parti, con tutte le conseguenze che vengono dunque accettate da entrambi. Ora poi, oltre alle già temibili sabbie mobili locali, si sono aggiunte anche quelle europee, forse più spaventose delle prime. Però l’italiano è un popolo buono, cordiale, simpatico, con innumerevoli qualità, ma si sente tradito, come da genitori egoisti e delinquenti, come vivesse senza un padre e senza una madre a cui guardare per vivere nella società. Gli italiani fino a poco tempo fa erano un popolo cattolicissimo (per questo su di loro si sono avventati famelici avvoltoi, per sbranarlo). Gli avvoltoi sono rimasti fino ad oggi e continuano a farlo a brani. L’unica reazione possibile, ora, è quella di tornare cattolici al 100%.

Il Pio

Inverosimile

 


Oggi sono in corso, tra le altre, due guerre spaventose. Una persona normale si potrebbe chiedere come può essere che anche nel XXI secolo ne possano scoppiare di così tremende col pericolo pure di un'escalation: siamo infatti civili e moderni, ci siamo finalmente liberati dalla religione e dalla morale (causa delle guerre), siamo convinti laici e laicisti, tutti ci hanno sempre parlato di Pace come valore comune, di "mai più" e poi oggi c'è l'ONU, l'Europa... tutto e tutti per la Pace. Eppure le guerre scoppiano lo stesso come sempre, un motivo ci sarà che non certo risiede nel solo casus belli. Le guerre normalmente scoppiano a causa di poche  persone importanti e dei loro squallidi interessi e malvagie ideologie. Anche l'Italia è stata unificata nello stesso modo, almeno secondo una corrente di storici minoritaria. I Piemontesi conquistarono gli altri territori della Penisola senza nessuna dichiarazione di guerra, con massacri della popolazione inerme, con saccheggi e distruzioni e poi deportarono gli ufficiali e incarcerarono e uccisero quelli che si vollero ribellare. Così come fanno anche oggi. I Piemontesi scrissero la storia e santificarono i loro Padri della Patria e morte e oblio eterni a chi si era permesso di protestare; come faranno anche i vincitori delle guerre in corso. Considerando chi è che si trova oggi ai posti di comando, il coinvolgimento dell'Italia in una guerra maledetta, potrebbe non essere inverosimile. Noi non possiamo farci nulla, se non pregare Nostro Signore che, pur indegni come siamo, ci tolga questa croce. Ma anche questa preghiera comune, la vedo inverosimile per come stiamo messi: nessuno sa più come, Chi e cosa pregare. Ma soprattutto nessuno vuole pregare perché, moderni come siamo, riteniamo molto più efficace di Dio, un corno rosso, una formula magica, il sale, un mago col turbante e la sfera di cristallo... per noi un gesto scaramantico è più efficace di un segno di croce. Io vorrei fare mia, per dirla a tutti la frase di San Paolo: "ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede ".

Il Pio 

Sindrome del bambino saputello


Noi uomini dall’inizio della storia, abbiamo sempre avuto la sindrome del bambino saputello e capriccioso. Se la mamma diceva di non mettere le dita nella presa elettrica, tempo un’ora e la scossa ci passava da parte a parte; se la mamma diceva di non mangiare troppo dolce, tempo un’ora e l’indigestione compariva; se la mamma diceva di non fare lo spericolato col motorino, tempo un’ora e stavamo al pronto soccorso. E poi, come con la mamma, ci comportiamo così anche con Dio. Ma in entrambi i casi il peggio è sempre per noi. Nel primo caso il danno è solo nel fisico, nel secondo è anche nell’anima. Ubbidire per noi è un disvalore ed è stupido chi pratica l’ubbidienza, l’onore, la virtù e il valore. D’altra parte oltre ad avere il peccato originale conficcato nell’anima, viviamo oggi in una società che vuole e rende tutto e tutti omologati e plasmati dall'alto. Questa sindrome non significa solo fare l’esatto contrario di quello che ci viene consigliato da un buon genitore, ma comporta anche un dire sempre e solo “no” a tutto quello che ci viene chiesto dalla mamma e da Dio, cioè da chi ci vuole bene. E allora per me resta un mistero perché mai accettiamo supinamente di seguire le regole assurde dei tiranni senza provare a dire no. Negli ultimi decenni ci hanno massacrato con le bugie, con le tasse, con le vessazioni, le angherie, hanno fatto chiudere aziende e svendute altre, ci riempiono sempre più di multe, ci impongono un pensiero unico, ci impongono di mangiare scarafaggi e di pagare migliaia di euro per rendere green la nostra abitazione, ci impongono l'acquisto di costosissime auto, vogliono ridurre la popolazione e impoverirla, tutto senza darci nulla in cambio; durante il lockdown ci hanno tolto tutte le garanzie costituzionali e molti sono morti per i loro errori, hanno così trasformato quella che era una democrazia libera in una democrazia tirannica… solo per parlare delle situazioni più note. Tra un po’—non molto—rischieremo di essere loro schiavi, perché poveri e bisognosi di tutto. Le rivoluzioni da sempre le fanno gli intellettuali cattivi, quelli che pensano tutto il giorno e vedono solo quello che c’è nella loro stanza e nella loro testa; rarissimamente il popolo beneficia di esse, perchè con esse ci rimette quasi sempre. Dunque sono assolutamente da evitare. Però ci sarà un modo per dire “non ci sto”? E se poi riportassimo Gesù nei nostri cuori e nel nostro popolo, potremmo recuperare quell’ubbidienza, onore, virtù e valore che avevamo perso da decenni e potremmo vivere più lieti e soprattutto non essere schiavi. 

Il Pio



Sale e missili nucleari

 



Uno dei problemi della nostra fede contemporanea è il “buonismo politicamente (o cattolicamente) corretto”, tre parole che, messe insieme, sono più devastanti di un missile nucleare in termini di distruzione delle città, di vite e soprattutto di anime. O essere "cristiani adulti" che è uguale. Purtroppo noi cattolici riteniamo che la fede debba essere sempre  “aggiornata" sulla base del mutevole senso comune, non avere nessun legame o contatto con la vita quotidiana, un vivere come tutti gli altri e dove ciò che “puzza” solamente di sacrificio, impegno, passione, sofferenza, vita, 100%, tradizione, antico, offerta,  purezza, fermezza,… debba essere assolutamente bandito per rispetto degli altri (che però ci odiano). Un rispetto e una tolleranza assoluti verso tutto e tutti, tranne che verso noi stessi e fino ad oscurare noi stessi. Siamo così divenuti mosci come fichi, senza nerbo e soprattutto non portiamo i frutti che il vangelo ci dice di portare e senza i quali dovremmo essere tagliati e bruciati. Non trasmettiamo più a nessuno la fede in Gesù. Siamo divenuti sale insipido che deve essere per questo lanciato in strada per essere calpestato. E a proposito di sale vi propongo una frase che a me è piaciuta tanto e che potrebbe essere ricordata e sopattutto raccontata (anche ai sacerdoti e cattolici impegnati). «Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire. (Georges Bernanos (1888-1948), da Diario di un curato di campagna)». Smettiamola di essere pagani, diventiamo sale della terra. Diventiamo santi coraggiosi. 

Il Pio

Vita e teoria

In Francia è stato messo recentemente nella costituzione. L'aborto. In Italia oggi è un tema esplosivo; deve essere  un diritto inaliena...